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Crudele passione

Una spia, un amante, una storia d’amore e d’inganni. Ridotto all’osso sembra la trama di qualcosa di già visto. Ma nel leggere le 54 pagine del racconto Lussuria ci si avvicina a un mondo sconosciuto, tra voci straniere, gesti e tradizioni che non appartengono alla nostra memoria. Eileen Chang, o Ailing per i cinesi, ha scritto questo racconto nel 1944, all’età di 24 anni. Secondo Ang Lee, che ne ha tratto l’omonimo film (Lussuria, 2007), la scrittrice ha voluto mettere parte di sé stessa tra le pagine del racconto. Opinione plausibile considerato che l’ex marito era ritenuto un traditore in quanto nippofilo e che con le sue ripetute scappatelle ha mandato a monte il matrimonio. Ma Chang non ha rinchiuso la sua vita in questa triste vicenda, anzi, l’ha resa incredibilmente intensa e appasionata, si è risposata, ha vissuto in America, ha alternato la carriera di scrittrice a quella di sceneggiatrice e ha tradotto in inglese i romanzi più importanti della sua terra natia. Allo stesso modo il suo racconto non si limita a essere una storia di amore e spionaggio, ma nelle poche pagine che lo compongono riesce a mostrare molteplici sfaccettature. Sia per quanto rigurarda l’oggetto del racconto, sia per la capacità, affascinante, di gestione del tempo. Descrizioni dettagliate di attimi che diventano lunghissimi e poi poche parole per raccontare interi mesi di vita. Così, quando Ang Lee dichiara che per la trama del suo film ha «solo dovuto riempire gli spazi lasciati vuoti», chi ha già assaporato le pagine della Chang si rende davvero conto di cosa voglia dire.

Il risultato è che la versione cineatografica di Lussuria si pone quasi come alter ego del libro. E’ infatti proprio là dove la trama viene più tralasciata che si sviluppano la fantasia e l’estro del regista e prende forma quella parte della storia mai raccontata o appena accenata. Dopo I segreti di Brokeback mountain, Ang Lee si avvicina nuovamente, seppur sotto tutta un’altra prospettiva, al tema dell’amore ostacolato dalle convenzioni, dalle leggi sociali e da quelle morali.
Tony Leung e Wei Tang sono gli interpreti scelti per i non facili ruoli del signor Lee e di Wang Chiah-Chih. Ma mentre Leung è un viso noto, un attore già formato, Tang è praticamente all’esordio della sua carriera cinematografica. Eppure, proprio come la protagonista che interpreta, non si tira indietro e si dimostra all’altezza della situazione riuscendo a incarnare i pensieri inespressi dell’autrice e a soddisfare le esigenze di un regista certamente non abituato ad accontentarsi.
Al contempo non dev’essere stato facile riuscire a gestire i sentimenti che la protagonista prova per il suo amante, aguzzino e bersaglio. Perchè, per quanto anche nell’animo del signor Lee ci siano dei sussulti passionali, questi sono facilmente gestiti dalla dura disciplina che egli si è imposto e che con gli anni ha imparato a rispettare. La giovane Wang, invece, non è in grado di discriminare i propri sentimenti. Il suo comportamento ricorda la sindrome di Stoccolma o quelle relazioni amorose in cui è evidente la presenza di una vittima e di un carnefice. Nel momento in cui è convinta di essere di fronte alla prova tangibile dell’amore che il signor Lee prova per lei, scopre, o s’illude, di amarlo a sua volta e compie il più nobile degli atti, donando la propria vita per salvare quella di lui.

Chang Ailing è stata riconosciuta una tra le più importanti scrittrici cinesi del secolo scorso e portando sullo schermo la sua opera Ang Lee ha vinto a Venezia il Leone d’oro. La trama può quindi anche essere considerata la solita spy story finemente incorniciata da una esotica ambientazione. Ma in fondo anche Romeo e Giulietta è solo la storia di due innamorati.

Lussuria, romanzo di Chang Ailing, 1944
Lussuria, regia di Ang Lee, 2007

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