Per festeggiare il Leone d’Oro alla carriera ricevuto all’ultima edizione della Mostra del Cinema di Venezia, in anteprima è stato presentato quello che, quasi coralmente, è ritenuto il capolavoro del grande Tim Burton: la versione animata in 3D di Nightmare before Christmas, già in estate successo ai botteghini americani. L’uscita nelle sale italiane non può che avvenire nel periodo pre-natalizio, come regalo per tutti i fan che della pellicola hanno fatto un vero e proprio stile di vita ispiratorio. Occhialoni alla mano dunque per assistere alla nuova vita di Jack e compagni, nell’illusione di vedere avvicinare il più possibile gli adorati mostriciattoli con la loro “benevola” perfidia.

Favola dark per eccellenza, il film di Tim Burton (anche se la direzione “ufficiale” è affidata a Henry Selick) non è soltanto un culto per cinefili o appassionati generici del cinema di animazione o del musical (martellanti e ormai celebri quanto le colonne sonore Disney i brani cantati). Gli allegri incubi animati prendono corpo tridimensionale non grazie a una qualche ultimissima tecnica di animazione digitale, ma soltanto mediante la rielaborazione che, attraverso le lenti rosse e blu degli occhiali appositi, conferisce illusione di realtà, il classico “balzar fuori dallo schermo”. E’ proprio con questo passaggio dalla stop-motion a una tecnica altrettanto “datata”, rispetto alle mirabolanti tecnologie a cui siamo già semi-abituati (ultimissimo esempio: le curve digitalizzate di Angelina Jolie in La leggenda di Beowulf di Zemeckis), che tutto il gusto naif e per certi versi retrò, che ha da sempre contraddistinto il capolavoro nonché il successivo La sposa cadavere, non si smarrisce.

Niente allarme-sequel né inopinate versioni aggiornate, nulla viene snaturato né perso: The Nightmare before Christmas continua ed è semplicemente più vicino. Una conferma per chi ne ha fatto una fede, un’entusiasmante e candidamente macabra sorpresa per gli eventuali nuovi spettatori.

A cura di Daniela Scotto
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