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cultura dell'immagine e della parola

Festa di Roma
Julie Taymor

La regista Julie Taymor durante una sessione fotografica alla Festa di RomaRoma, 25.10.2007. Dopo il successo di Frida di 2 anni fa, (che portò Salma Hayek alla nomination e le musiche all’Oscar) la regista – sceneggiatrice Julie Taymor torna con un’opera cromo – psichedelica davvero brillante e di grande impatto visivo. L’ambientazione ha come sfondo quello degli Anni Sessanta – inizio Settanta, nel turbolento periodo della protesta antibellica, dell’esplorazione personale, del rock’n’roll e che si sposta geograficamente dai cantieri navali di Liverpool alla vivacità creativa del Greenwich Village, dalle strade di Detroit sconvolte dalle manifestazioni e dalle rivolte, fino ad arrivare al Vietnam, dove morirono migliaia di giovani soldati e di civili.

La pellicola tocca temi importanti e già noti storicamente, ma lo fa attraverso gli occhi di una giovane coppia innamorata, Lucy (una bellissima Evan Rachel Wood) e Jude (l’emergente Jim Sturgess) e del loro piccolo gruppo di amici e musicisti, che vengono coinvolti nei movimenti che sconvolgeranno quegli anni. Un film decisamente coraggioso, ma anche fantasioso e originale, creato solo con il fill rouge delle canzoni dei Beatles, ben 33. Julie Taymor è decisamente una delle autrici più visionarie degli ultimi anni e le sue confezioni visive sono sempre emozionanti e coinvolgenti.
La manipolazione del colore, il tocco artistico, geniale, di alcune scene, che ricordano la videoarte o le installazioni, sono alcuni degli ingredienti che la pellicola ci consegna e che non solo ci suggestiona e ci stimola, ma dimostra ancora una volta quanto la creatività e lo spirito di sperimentare, oggi, siano più vivi che mai nella produzione cinematografica.
L’idea musicale, poi, di voler utilizzare unicamente songs rivoluzionarie dei Beatles, è straordinaria: riarrangiate dal premio Oscar per Frida, Elliot Goldenthal, nel film si ascoltano canzoni senza tempo come Hey Jude, All you need is love, Let it be, Revolution, While my guitar gently weeps o Across the universe, che dà il titolo al film.

“Mi è stata proposta un’ idea che riguardasse questo amore transatlantico e ho pensato che ci voleva più della guerra del Vietnam. Abbiamo ascoltato tutte e 200 le canzoni dei Beatles, dopo ne abbiamo scelte 33 e questi pezzi hanno ispirato la storia. Hanno voluto vedere il film Yoko Ono, Paul McCartney, Ringo Starr, e ne sono rimasti entusiasti, è stato emozionante vedere il film con loro”. Nel film, belle e convincenti, sono inoltre le interpretazioni – camei di Bono degli U2, nella parte di Dr.Robert, una delle guide per i giovani nel film e di Joe Cocker, in diversi ruoli, tra cui un hippy e un homeless.
La Taymor riesce ad analizzare gli anni Sessanta in una maniera del tutto personale e particolare e le musiche dei Beatles, da quelle d’amore a quelle politiche, più che mai qui, sono un’ottima cornice, che ci fa amare quest’opera, così dirompente e universale, fino all’ultima strofa.

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