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cultura dell'immagine e della parola

Festa di Roma
Schegge 25/10

Una scena da <i>The King of Kong</i> di Seth Lewis Gordon” />In una festa sonnacchiosa, tra il freddo siberiano che si trasforma in un improbabile tepore primaverile e i bambini delle medie e gli adolescenti che affollano le sale e i luoghi dell’auditorium, il Teatro Studio si è improvvisamente risvegliato, stupito e entusiasta.</p>
<p><em>The King of Kong: A Fistful of Quarters</em> di Seth Gordon racconta la storia di un gruppo di uomini ormai adulti, fanatici di videogame arcade, che si sfidano a colpi di punteggi e di record sul mitico Donkey Kong, il primo gioco con Mario.<br />
<strong>Grottesco, divertente e commmovente, al limite del possibile </strong>(ci si chiede: ma esistono davvero questi tizi?), il film si accosta in modo sensibile alle vite di queste persone, prendendone ogni sfumatura reale e riuscendo a raccontare qualcosa che va oltre le particolarità, mostrando un panorama americano più con più intensità di qualsiasi film politico di fiction.</p>
<p>L’unica volta che la sala è esplosa entusiasta davanti ai titoli di coda, l’unica volta in cui ho partecipato davvero battendo le mani. Durante le mie poche, solo dieci, visioni alla Festa di Roma, nulla mi ha davvero rapito, tranne <em>The King of Kong</em>: un cinema piccolo, esordiente, documentaristico, poco visibile in termini di distribuzione, raro nel tema e nella forma, che solo i festival del cinema possono permettersi di mostrare. Quindi, evviva le mostre, i festival e le feste dove c’è cinema in gran quantità.</p>
				<p class= A cura di Francesca Bertazzoni
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