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Le stelle non stanno a guardare

Le stelle non stanno a guardare

Tratto da un romanzo illustrato scritto da Neil Gaiman, il grande autore di fumetti passato, con alterne fortune, alla letteratura, Stardust potrebbe sembrare, a prima vista, il classico epigono della saga di Il Signore degli anelli. In realtà presenta una serie di peculiarità che lo distinguono dal genere fantasy tanto in voga. A cominciare dalla struttura narrativa molto semplice, senza un intreccio contorto, che lo avvicina più a una fiaba. Gli effetti speciali poi, pur essendo molto ben realizzati, non sono mai prevaricanti nel film. L’universo fantastico creato da Gaiman, attinge a man bassa da una serie di modelli culturali. Le tre streghe, per cominciare, sono riprese dal Macbeth, l’incantesimo che trasforma gli uomini in capre, o in altri animali, riprende palesemente il mito della maga Circe, mentre il mondo incantato, in cui si può entrare dal varco di un muro, richiama Alice nel Paese delle Meraviglie, e non solo. E i fantasmi dei principi defunti appaiono a commentare gli avvenimenti, proprio come un coro greco. Tutti questi archetipi, della nostra cultura, sono sapientemente mescolati in un calderone per ricavarne una specie di palinsesto di mitologie.

Il film introduce un personaggio non presente nell’opera di Gaiman, quello di Capitan Shakespeare, guarda un po’, comandante della nave volante di pirati, interpretato da un Robert De Niro in una ritrovata, strepitosa forma, come non lo si vedeva da anni. Questo è un grosso merito del regista: ripescare il grande attore italo-americano, e affidargli un ruolo del tutto inedito, quello del capitano dei pirati dall’inconfessabile vizio del travestitismo. Alcune suoi doppi sensi sono davvero spassosi e creano divertenti siparietti che non stonano affatto nel contesto del film. Anche Michelle Pfeiffer viene usata per un ruolo a lei certo non abituale, quello della strega malvagia che ambisce alla giovinezza. Altri illustri attori, come Peter O’Toole e Rupert Everett compaiono e scompaiono quasi subito, come se il regista si divertisse a giocare con quei grandi nomi.

Finalmente, con Stardust, possiamo vedere, nelle nostre sale, un film di genere puro, come Dio comanda, senza contaminazioni strane o pretese intellettualistiche. Può bastare?

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