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cultura dell'immagine e della parola

Simpsonizzatevi!

Cliente: Campagna promozionale Simpson Movie & Burger King
Sito web: Simpsonize Me

Simpsonize MeIn un interessante libro circa i rapporti che legano il design al marketing, Marc Gobé scrive che non c’è linea di demarcazione tra ciò che è il marketing e ciò che è l’intrattenimento. Secondo l’autore: “Lo spot – o una qualsiasi altra forma comunicativa pubblicitaria – è il contenuto dell’intrattenimento”. Su questo pensiero si basano le teorie del marketing partecipativo, che propugnano una serie di interventi che non si impongano allo spettatore-consumatore come prima accadeva nel marketing d’interruzione, ma che al contrario lo coinvolgano.

Su questa filosofia si costruiscono anche le azioni di guerrilla e viral marketing, i cui commercial hanno l’obiettivo primario di stupire. La creatività di questi interventi spesso è tale da indurre lo spettatore a replicare il contenuto inoltrando tramite e-mail i link o le immagini viste, agitando in questo modo un passaparola che, del tutto gratuito per le aziende inserzioniste, si rivela una cassa di risonanza molto più potente di qualsiasi altro mezzo.

StefaniaPochi giorni fa ricevo da un amico un’e-mail il cui oggetto è “Simpsonizzatevi!”. Conoscendo il cartone animato (e naturalmente amandolo!) apro subito la casella di posta e clicco sul link inviatomi. Compare una specie di slot machine, dall’aspetto futuribile, che mi invita a caricare una mia immagine affinché questa sia simpsonizzata. In breve: la Macchina Simpsonizzante “shakera” la fotografia caricata e restituisce l’immagine di te stesso in versione Springfieldiana.

Rifletto: certo, comunicare i Simpson non è particolarmente difficile. Il cartoon ha un seguito enorme ed è unanimemente apprezzato. D’altro canto, per promuovere un film in uscita, altri si sono più spesso limitati ad azioni di co-marketing con aziende di food&beverage, o addirittura hanno progettato e messo on air il solito 30 secondi. In questo caso, la nascita ad hoc del sito non solo ha raccolto maggiore interesse, ma si è garantita una viralità senza pari.

Appena sperimentato la Macchina Simpsonizzante, io (come molti, molti altri certamente) ho subito inoltrato la mail ricevuta a tutti i miei contatti. AliceIl meccanismo è fin quasi banale a raccontarsi: se ogni persona invia il link a tutti i suoi amici, con la spesa ridicola del deposito di un dominio e della progettazione del sito da parte di uno studio di web designer, la promozione del film realizza un numero di contatti non solo elevatissimo, ma anche in un lasso di tempo assolutamente ridotto.

La chiave di tutto è quindi il divertimento: far divertire, forse anche con un’idea semplice, ma rendersi virali. Ed il contagio, naturalmente, funziona se un contenuto è in grado di intrattenere. La riprova dell’equazione marketing = intrattenimento si ritrova in un altro file, ricevuto questa volta mentre ero in chat con un amico. Ve lo scrivo? Ve lo canto piuttosto: “Spider pork, spider pork, …il soffitto tu mi sporc!”. E pensate che non sono ancora andata a vedere il film.

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