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cultura dell'immagine e della parola

Cronache da Venezia
Doppietta di Ang Lee

Ang Lee con il Leone d'oro appena ricevutoAssist di Zhang Yimou e goal di Ang Lee. Così Lust, Caution del regista taiwanese si aggiudica il Leone d’Oro 2007. Coppa Volpi a Brad Pitt e Cate Blanchett, assenti ma vincenti, Leone d’Argento a De Palma per la regia di Redacted, Osella per la sceneggiatura a Laverty per It’s a Free World, Premio Speciale della Giuria a I’m Not There di Todd Haynes e La graine et le mulet di Abdellatif Kechiche, Leone del Futuro a La zona e Leone d’Oro Speciale per l’insieme dell’opera 12 di Mikhalkov. L’attrice di Kechiche, la bella Hafsia Herzi vince il Premio Mastroianni come attrice emergente, infine, Rodrigo Prieto vince con la fotografia di Lust, Caution, l’osella per il miglior contributo tecnico.

Dopo quella serata a scherzarci sopra, tra Marzullo e un piatto di pasta, l’intruso provava un forte senso di smarrimento guardando i nomi dei vincitori della Mostra numero 64 (ma anche 75 va bene, ripeto). Tra un pronostico e l’altro era uscito pure il nome di Ang Lee, uno che il cinema lo racconta sempre in modi diversi, tra giganti verdi e cowgay, subito cancellato dalla lista dei vincenti, però, per la vittoria ancora fresca del 2005. E visto che quest’anno di film con buona parte delle lettere maiuscole, se n’erano visti, l’intruso pensava a qualcosa di scoppiettante tipo De Palma o Anderson, o di classico, tipo Haggis (a bocca asciuttissima, “solo” il Signis per In the Valley of Elah). Morale, ha vinto Ang Lee. E non ha rubato, anzi. Considerando la forte presenza (anti) americana, aspetto in sè curioso che ha caratterizzato la Mostra e che continuerà a far parlare di sè anche dopo la Mostra (agli Oscar), il regista di Taiwan è parso quello più cinematografico e adatto alla giuria veneziana. E l’unico avversario dev’essere stato proprio quel Mikhalkov che durante l’ultimo giorno ha lasciato tutti a bocca aperta col suo 12, remake di Lumet. Infatti, l’intruso pensava che visto che i giochi erano chiusi dal primo giorno, la giuria aveva dovuto inventarsi un nuovo premio per non dare troppo nell’occhio. E così hanno consegnato al regista russo uno dei leoni di Ferretti.

Agitato e un pò sommesso, l’intruso vagava per le stanze di casa tra racconti telefonici e chiacchierate notturne. Poi un pensiero alla prossima volta e il ritorno alla realtà. Domani. Oggi è ancora un pò presto.

Meno un anno, circa, alla Mostra numero 65 (ma anche 76).

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