hideout

cultura dell'immagine e della parola

Ti vorrei anche se fossi gay?

Ti vorrei anche se fossi gay?

Nella cronica crisi di idee che ormai affligge Hollywood, per quanto riguarda la produzione di livello medio gli sceneggiatori non fanno altro che riciclare, modificandoli, soggetti vecchi o considerati tali. In fondo, dopo 17 anni chi si ricorda più di Green Card (Id., Peter Weir, 1990), il bel film di Weir, che però non ottenne il successo meritato? La struttura di Io vi dichiaro marito e… marito è sostanzialmente la stessa. Ma al giorno d’oggi la coppia che si finge tale, per ottenere i benefici di legge, può anche essere costituita da due uomini.

Il contesto omosessuale permette di riciclare tutta una serie di cliché: per tutti la gag dell’uomo travestito da donna che trattiene a stento i propri istinti di fronte ad una donna vera che si spoglia con nonchalance. Una scenetta ricorrente nella storia del cinema, da A qualcuno piace caldo (Some Like It Hot, Billy Wilder, 1959), a Dove vai se il vizietto non ce l’hai? (Id., Marino Girolami, 1980) e utilizzata persino, contestualizzata al tempo dei druidi, da Rohmer nel suo ultimo film Gli amori di Astrée e Céladon (Les Amours d’Astrée et de Céladon, Eric Rohmer, 2007).

Se mettiamo al posto dell’uomo camuffato da donna un finto gay, il risultato non cambia. Io vi dichiaro marito e… marito ha fatto molto discutere in merito alla sua presunta omofobia di fondo. In realtà il film si mantiene sempre nei limiti del politicamente corretto. Anche la scena della saponetta che cade mentre i pompieri fanno la doccia, semplicemente ripropone in modo ironico una classica battuta da caserma. Facesse almeno ridere! La storia evidenzia comunque il fatto che una coppia omosex ha più diritti di un vedovo con prole, cosa che farebbe inorridire i nostrani conservatori. Ma anche questo è semplicemente un pretesto narrativo e nulla più: ogni possibile appiglio polemico si dilegua nella sgangherata farsa.

Un film innocuo dunque, pure troppo. Non da fastidio alla comunità omosessuale ma non ha nemmeno il coraggio di spingersi più in là in senso opposto. I due vigili del fuoco non sono in realtà gay e probabilmente non potrebbero esserlo, in quanto appartenenti a quel corpo di eroi dell’immaginario americano del post 11 settembre.
Ma come farebbero i pompieri, parafrasando Lucio Dalla, a baciarsi fra di loro e a rimanere veri uomini però?

Non c'è ancora nessun commento.

Lascia un commento!

«

»