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cultura dell'immagine e della parola

Nascondiglio al Lido
Diario, 3° episodio

George risponde alla folla che acclama il suo nomeVentiquattr’ore di pausa. Nell’ultimo appuntamento con questo diario raccontavo come i film di Venezia stessero minando la mia stabilità mentale, continuando a insistere con decisione su temi come la guerra e la morte. In attesa di qualche film più “leggero” che però sembra non debba arrivare mai, ho deciso allora di staccare.

Per ventiquattr’ore, una giornata intera, ho deciso di non guardare nemmeno un film. Vi sembrerà assurdo. «Con la gente che fa la fila davanti alle biglietterie per poter entrare in sala decidi di non vedere nemmeno un film?». Proprio così: per un giorno ho voluto vivere la Mostra del Cinema da fuori. Ho visto centinaia di persone urlare il nome di George davanti alla passerella, ho assistito alle registrazioni di una trasmissione in cui Marzullo incensava anche i film più mediocri, sono andato a una festa in cui ho scoperto quanto può essere bella Anita Caprioli e sbronzo Giuseppe Battiston.

I risultati di queste ventiquattr’ore sono tre: un discreto mal di testa dovuto ai troppi free drink della festa, una ritrovata agilità delle gambe dovuta all’astinenza dalle strettissime poltrone del PalaLido e, soprattutto, una grandissima voglia di tornare al cinema. Tra pochi minuti inizierà il film di Wes Anderson, uno di quelli che personalmente attendo di più. Un bel modo per ricominciare.

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