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cultura dell'immagine e della parola

Nella tana del Pornalaio – Epilogo

Nella puntata precedente: Mentre il turno in edicola volgeva al termine, ci siamo lasciati impartire una lezione di marketing dal pornalaio Joe.

La lancetta dell’orologio tocca finalmente le sei antimeridiane, il collega che coprirà il prossimo turno (un ragazzetto di diciannove anni con gli occhi gonfi) bussa alla porticina e prende il passaggio di consegne. In attesa che la metropolitana entri in funzione, scarpiniamo di nuovo fino al magazzino per riportare la merce restituita dai clienti che hanno effettuato i cambi. Poi ci infiliamo in un bar, per fare colazione prima di andare a dormire.

Sorseggiando il mio cappuccio bollente, penso che se non fossimo un paese dalla forte morale cattolica, quello di Joe sarebbe un mestiere come tanti.
Lui sembra intuire il mio pensiero:
«Mi dispiace, sono normale. E considero normali anche i miei clienti. In cinque anni di edicola, la cosa che mi ha sconvolto di più è stata quando una signora di mezza età è venuta a urlarmi che visto che vendevo pornografia ero “un deviato, drogato e omosessuale”. Io stavo dietro al bancone, i clienti stavano in silenzio nella videoteca, lei dava spettacolo in mezzo alla strada. Secondo te chi tra noi aveva dei problemi? Contro chi vogliamo puntare il dito?».
Ottime considerazioni, buon Joe; meritano qualche ora di serena riflessione. Meritano che noi, finalmente, ci si dorma un po’ sopra.

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