hideout

cultura dell'immagine e della parola

Nella tana del Pornalaio – VI puntata

Nella puntata precedente: Joe ci ha raccontato del suo rapporto col porno e con le donne. La notte è al suo culmine, e anche il freddo non scherza.

Alle cinque del mattino la pioggia comincia a scendere fine sulle auto in sosta accostate al marciapiede; la guardo in controluce, nel giallo molle dei lampioni. Potrebbe essere un momento poetico se non fossi insonnolito, raffreddato e circondato da decine di riviste ripiene di cazzi.
Arrivano i furgoni con le risme di quotidiani, Joe sguscia fuori dalla cabina di comando e comincia a disporre i giornali sul bancone esterno, piegandoli uno a uno.
Quando si parla di punti vendita specializzati in pornografia, ci si concentra automaticamente sulla pornografia, tralasciando tutto quello che riguarda il punto vendita: credo sia solo uno dei tanti luoghi comuni che circondano questo ambiente.

Il pornalaio, che ci piace immaginare come un personaggio torbido, affine alle perversioni dei suoi clienti più viziosi, in realtà è un commerciante modello. Questa notte ho visto Joe occuparsi della gestione “burocratica” delle entrate e delle uscite, l’ho seguito mentre trasportava cassoni di riviste (non giudicatemi male, gli ho anche dato una mano) e l’ho assistito quando ha riordinato gli espositori dimostrando di conoscere a memoria la collocazione di ogni singolo prodotto.
Pur non possedendo un grosso bagaglio teorico a riguardo, pare aver ben chiari i concetti che stanno alla base di un buon marketing: «Il consumatore regolare di pornografia, e con regolare intendo almeno due Dvd al mese, è un cliente esigente. È tipicamente appassionato di un genere in particolare, ma allo stesso tempo pretende che ci sia un’ampia scelta, che all’interno del genere gli vengano offerte tante sfumature diverse. È un abitudinario, chiede certezze, non ama rischiare e deve sentirsi immediatamente ispirato da quello che vede esposto. Per questo, quando ordino i nuovi film, mi baso su tre criteri fondamentali: qualità del prodotto, prestigio della casa di produzione ed efficacia dell’immagine di copertina».

La bravura del commerciante si misura anche nel campo dell’astuzia e della comprensione di certi meccanismi ai quali il “non addetto ai lavori” difficilmente penserebbe:
«Per ottenere il massimo profitto bisogna saper dare il prezzo giusto alla merce. Prendi la rivista pornografica; pur essendo un materiale “povero” vende bene e a prezzi alti. Una discreta rivista costa come un buon Dvd, questo perché le sue caratteristiche sono insostituibili: la puoi “consumare” ovunque e puoi sfogliarla rapidamente per trovare subito la scena che ti interessa. Anche le videocassette le vendiamo a prezzi alti, ma per un discorso esattamente opposto: si tratta di un supporto tecnologicamente superato, ormai soppiantato dal Dvd. Se un cliente non si è tenuto al passo coi tempi comprando un lettore digitale, allora sono autorizzato a farlo pagare di più, visto che non ha possibilità di scelta» mi spiega Joe con fare pedagogico.

Non c'è ancora nessun commento.

Lascia un commento!

«

»