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Neanche i morti lo vedranno

Neanche i morti lo vedranno

Lo scorso agosto, l’uscita di L’alba dei morti dementi (Shaun of the Dead, Edgar Wright, 2004) aveva sorpreso il sonnacchioso pubblico estivo. Si trattava infatti di una divertente commedia capace di prendere in giro la cinematografia sugli zombie con ironia e intelligenza. Quel film, uscito nel resto d’Europa nel 2004, aveva impiegato due anni per trovare una distribuzione da noi.

Ci sono voluti tre anni invece perchè questo Maial zombie, uscito in Germania pochi mesi dopo L’alba dei morti dementi, arrivasse nelle sale italiane. La domanda è una sola. Perchè ci è arrivato?

Dell’ironia del film precedente, qui troviamo bene poco. Troviamo invece una serie di gag che dovrebbero far ridere e invece fanno solo piangere (a uno zombie cade un testicolo prima di fare sesso per la prima volta), e rimpiangere saghe come American Pie o Porky’s.

A proposito, il regista, durante la presentazione del film ha dichiarato di essersi “ispirato alle commedie sui college americani citando quasi tutte le pietre miliari che anche gli spettatori di certo si attendevano”. Solo che a volte gli spettatori potrebbero voler vedere un film di cui non conoscano ogni scena già prima di averlo visto.

Gli stereotipi possono funzionare in una parodia se vengono ripresi con intelligenza, non copiati di pari passo. E in questo caso non sono nemmeno stati completamente copiati, ma trasportati da un college americano a una scuola tedesca. Di male in peggio.

Tutto in Maial zombie finisce per essere solo abbozzato, dalla sceneggiatura (o almeno dalla traduzione italiana, ma dubito che l’originale fosse molto meglio), agli orribili trucchi, fino a una recitazione vicina alla soglia dell’accettabilità.

Peccato, perchè l’idea originale poteva essere interessante, e avrà attirato al cinema molti fan di zombie e di film demenziali: tutti sicuramente delusi.

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