Dal ring al grande schermo
Se alla prima schermata di un film appare il marchio WWE, già si può ipotizzare il contenuto di quello che sta per iniziare. Azione, intrattenimento, violenza. Dalla più grande casa di produzione di wrestling del mondo, non ci si deve aspettare altro. Dopo due film con The Rock e un horror con Kane, il protagonista questa volta è John Cena, che della WWE è campione nonchè re del merchandising. La formula è semplice: cucirgli addosso un personaggio il più possibile simile a quello che interpreta sul ring, affiancargli una bella e un cattivo di turno e dare il via alle esplosioni.
Proprio a partire dalle esplosioni, come in un incontro di wrestling, anche in Presa mortale tutto è esagerato. Non basta sparare a un’auto della polizia con una pistola, serve un bazooka. Non è sufficiente sopravvivere a incendi, proiettili e bombe, serve anche un rocambolesco incidente da cui uscire illesi. Quello che perlomeno distingue questo film da uno dei tanti con Jean-Claude Van Damme dello scorso decennio è una massiccia dose di ironia, presente soprattutto nelle scene con Robert Patrick, l’indimenticato T-1000 di Terminator 2 (Terminator 2: Judgment Day, James Cameron, 1991), a cui dicono riferendosi a Cena che li insegue: «E’ più resistente di Terminator». Scappa un sorriso sia a chi guarda sia allo stesso Patrick. Per il resto, niente di nuovo.
Ma lo scopo di un film come questo non è certo approfondire la psicologia dei personaggi o far riflettere sulle grandi problematiche. Serve a far rimanere a bocca aperta per i fuochi d’artificio e a sorridere per le quattro o cinque battute azzeccate. Sarebbe troppo facile parlare della mascella inespressiva di Cena o del fatto che al minuto cinque già si possa senza problemi immaginare quale sarà il finale. Un prodotto come questo, fatto con l’idea di essere di serie b e senza alcun’altra pretesa, è molto meno dannoso di tanto cinema che vorrebbe essere non solo d’intrattenimento ma che non riesce nemmeno a far ridere.
Curiosità
La WWE Films, che dopo Presa Mortale ha registrato il suo primo flop (con The Condemned, protagonista Stone Cold Steve Austin), sta progettando la sua più grande produzione per il 2009. Si intitolerà Jornada del muerto, con il ritorno alla regia dopo 18 anni di John Milius (Un mercoledi da leoni – 1978, Conan il barbaro – 1982) e il ruolo di protagonista affidato a Triple H.
A cura di Alberto Brumana
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