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Lo Star Wars turco: Dünyayi kurtaran adam:

Chi pensava a Ed Wood come al peggior regista di tutti i tempi, dovrebbe vedere questo film, datato 1982, e ricredersi: al confronto potrebbe essere accostato a Orson Welles, proprio come suggeriva Tim Burton. Trattasi di una versione turca di Star Wars (Id., Gorge Lucas, 1977), a opera del regista Çetin Inanç, che ha all’attivo una sessantina di film realizzati negli ultimi quarant’anni.
Incurante di qualsiasi copyright, il regista riutilizza a man bassa molte scene spaziali del film di Lucas. Per qualche strano motivo, però, il formato originale anamorfico viene schiacciato in un formato 4:3 e le immagini sono ridicolmente deformate: la Morte Nera è diventata ovale!
Anche per la colonna sonora nessun problema: brani di quella di Indiana Jones si alternano ad altri presi da Flash Gordon (Id., Mike Hodges, 1980) e, ovviamente, Star Wars. A tratti anche un po’ di Bach non guasta.

Ma veniamo alla, per così dire, trama. Un potente e oscuro impero alieno sta per invadere la Terra. Niente paura: due prodi e valorosi astronauti turchi (uno dei quali è interpretato dallo sceneggiatore del film!) combattono strenuamente contro la flotta delle astronavi nemiche. La loro navicella viene però abbattuta e i due precipitano, senza peraltro farsi un graffio, su un misterioso pianeta. Come il Tattoine di lucasiana memoria, questo mondo è caratterizzato da un affascinante paesaggio desertico, per la verità del tutto simile a quello della Cappadocia. I due rimangono sbalorditi da tale visione. Ma come? La Cappadocia non dovrebbe risultare familiare per dei turchi? Forse il pianeta, come in Solaris (Id., Andrei Tarkovsky, 1972), fa rivivere le immagini del loro inconscio? Passeggiando, i due vedono delle piramidi e una Sfinge, esattamente uguali a quelle terrestri. La prova dell’esistenza di una antica civiltà aliena che ha colonizzato entrambi i mondi, quindi.
Il pianeta simil-Cappadocia è occupato dai soliti extraterrestri cattivi che torturano e seviziano la popolazione indigena. I due prodi astronauti li sgomineranno, combattendo contro i loro mostri cattivi, dei pupazzoni di gommapiuma simili al Gabibbo. Grande profusione di piroette e balzi acrobatici nei match con i gabibbi; il tutto ripreso senza inquadrare il terreno, evidentemente per non mostrare la presenza di tappeti elastici. Non manca una biondona autoctona che si invaghisce di uno dei due supereroi, ma anche oscuri, e inquietanti, messaggi misticheggianti filoislamici.
Gran finale: il duello contro l’imperatore cattivo. Qui sarebbe uno spoiler, ma tant’è… Vincono ovviamente i buoni e il cattivone viene tagliato a metà, con una spada, lungo l’asse del corpo. Le due mezze facce tranciate vengono mostrate con un effetto speciale davvero raffinato: semplicemente il volto viene ripreso illuminando solo una metà e lasciando l’altra oscurata![img4]

Non stupisce che il film sia stato molto apprezzato da Quentin Tarantino, che si vanta di averlo visto in lingua originale senza sottotitoli. Non è che si sia perso molto…
L’operazione può ricordare molti film e telefilm giapponesi degli anni Settanta: tipico di un paese dal forte spirito nazionalista, farsi carico di salvare la Terra da una minaccia comune. Non era il caso dei b-movies italiani, i cui personaggi, ma anche i membri del cast, portavano nomi inglesi.
Eppure il Guerre Stellari turco è il film scult che batte tutti gli altri.
Da vedere assolutamente, per arrivare là dove nessun film si era spinto fino a ora!

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