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cultura dell'immagine e della parola

E’ iniziato
il Festival di Cannes

Wong Kar Wai, Norah Jones e Jude Law sulla CroisetteDopo mesi di attesa, di fughe di notizie e di indiscrezioni, si è finalmente alzato il sipario sulla sessantesima edizione del Festival di Cannes. Come è ormai noto, fin dall’inizio della sua storia che risale all’effervescente secondo dopoguerra, la manifestazione si è posta come luogo privilegiato del cinema di qualità e come appuntamento irrinunciabile per cineasti e divi. Quest’anno però il festival festeggia un compleanno speciale, il sessantesimo, e per l’occasione non si è fatta mancare la presenza di grandi nomi del firmamento cinematografico. Mercoledi hanno sfilato lungo il red carpet e sulla caratteristica scalinata che porta all’ingresso del Palais du cinéma personaggi del mondo del cinema ma anche della moda. A concedersi ai fotografi, oltre agli illustri componenti della giuria capitanata dal regista inglese Stephen Frears, personaggi come David Lynch, Juliette Binoche, Sergio Castellito, Gong Li, Luc Besson Andie Mc Dowell, Liz Hurley accompagnata dallo stilista Valentino, Victoria Silverstedt, Eva Herzigova. Un vero banchetto per gli obiettivi dei fotografi che però si sono concentrati soprattutto sui protagonisti del primo film in gara, Jude Law e Norah Jones.

Ma è all’interno del Grand Theatre Lumiére che ha avuto inizio la vera e propria cerimonia di inaugurazione. Quest’anno il ruolo prestigioso di madrina della kermesse è stato affidato alla giovane attrice tedesca Diane Kruger, ricordata soprattutto come la Elena di Troy. Nonostante i pochissimi anni di carriera alle spalle (soltanto cinque), alla Kruger è toccato pronunciare il discorso di apertura e l’emozione l’ha fatta inciampare su qualche frase pronunciata in francese che, a onor del vero, non è la sua lingua madre. La bionda attrice ha presentato ufficialmente i membri della giuria e poi la parola è passata al cinema, vero protagonista del Festival, con il film corale Chacun son cinema e viene mostrato un filmato composto da brani di tutti i film in concorso, giusto per far salire la curiosità negli astanti. La madrina del galà ha annunciato poi una gran sorpresa, con David Lynch presentato tra gli applausi della platea: sullo schermo è stato proiettato un suo cortometraggio, Absurda. Dai primi istanti il tocco del regista è apparso inconfondibile e immediatamente riconoscibile. L’azione si svolge in una sala cinematografica vuota, sovrastata da un paio di grandi forbici. E’ buio e la tensione sale. Si sente una voce minacciosa, poi esplode l’urlo terrorizzato di una donna e nuvole scure invadono lo schermo. La luce torna a poco a poco, mentre prende corpo l’immagine di una ballerina in rosso. E’ stata poi la volta del regista portoghese, ormai novantottenne, Manuel de Oliveira, arrivato sul palcoscenico affiancato dalla giovanissima attrice cinese Shu Qi. I due hanno dichiarato ufficialmente aperto il Festival e l’anziano regista ha concluso esclamando «Vive le cinéma!».

Un po’ prima delle 20 e della cena nella terrazza Ambassador del Palais, si è svolta l’attesissima anteprima mondiale del film d’apertura, My blueberry nights di Wong Kar Wai. Il regista cinese aveva già firmato film come lo struggente Happy togheter, In the mood for love e 2046, e in tutti si era distinto per il suo tocco personale. Nella pellicola presentata ieri sera, si raccontano le peregrinazioni di una giovane donna, Elisabeth, che dopo aver scoperto che l’uomo che amava da cinque anni l’ha lasciata per un’altra, parte con la speranza di dimenticarlo e di lasciarsi alle spalle ricordi troppo dolorosi. In un bar di New York conoscerà il proprietario (Jude Law) che, scottato anche lui da delusioni d’amore, si offrirà come spalla su cui piangere. Nonostante tra i due si crei un certo legame (complice la torta ai mirtilli del titolo del film), l’inquietudine della donna la spinge lontano, dove incrocerà altri personaggi sofferenti e infelici più di lei (un poliziotto alcolizzato incapace di reagire all’abbandono della moglie e una sfortunata giocatrice di poker). Si tratta del primo film che il regista gira in un paese che non è il suo, gli Stati Uniti, e in una lingua non sua, l’inglese. Un’altra novità è Norah Jones, che da affermata cantante esordisce come attrice nel ruolo della protagonista. E’ stata proprio la voce della Jones (che Kar Wai definisce “molto cinematografica e simile a uno strumento raffinato”) a convincere il regista ad affidarle la parte. La scena del bacio tra la cantante e Jude Law è già un cult. E se la pellicola non ha convinto proprio tutta la critica (per via delle scelte del direttore della fotografia Darius Kindji e della sensazione di già visto e di scarsa originalità nella sceneggiatura), quel dolcissimo bacio rubato dalle labbra di Norah Jones, su cui sono rimaste delle briciole della torta ai mirtilli, ha conquistato tutti.

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