hideout

cultura dell'immagine e della parola

Mare
domani

Cliente: RetEuropa Immobiliare
Rete televisiva: Mtv
Testimonial: Paky Arcella

Devo dirlo: mi sono documentata. Di fronte a un fenomeno del genere ho cercato di andare a fondo e vedere fin dove si potesse arrivare. La mia ricerca non è perfetta, ma ho raccolto una serie di informazioni davvero interessanti. Il primo d’aprile è andato in onda su Mtv uno spot davvero singolare. L’azienda utente è una certa RetEuropa Immobiliare, che pubblicizzava la vendita di casette nelle ridenti colline di Santarcangelo di Romagna a soli 7 km dal mare. E fin qui, nulla di strano. Sì certo, il presentatore ricorda molto il prototipo dell’impiegato del mese, inconfondibile uomo votato alle leggi del marketing e alla logica del profitto. Per non parlare della scenografia alquanto scarna e spoglia, che inquadra un classico ufficio immobiliare, elemento che fa pensare più a un filmato artigianale, che a una campagna pubblicitaria realizzata con criterio.

Comunque, tutto questo non avrebbe alcun peso se non intervenisse la seconda sconvolgente parte dello spot. Sì perché è qui che viene il bello: il testimonial con un bel sorriso stampato in faccia ci prospetta non più una casa in collina, ma – sentite bene – una graziosa villetta al mare. E questo perché? Perché dalle previsioni, fra 15 anni, il livello d’innalzamento del mare sarà tale da raggiungere le villette e l’animazione grafica lo chiarisce esemplarmente.
Geniale. Agghiacciante. Il primo pensiero si riferisce ai confini etici del capitalismo: evidentemente sono riusciti a trovare il modo di lucrare anche sul disastro dei cambiamenti climatici nel mondo. Il secondo pensiero, per me che sono di Genova, si è rivolto a tutte le città sul mare. Quindi, tra 15 anni anche la mia casa sarà sommersa dall’acqua e io dovrò rifugiarmi sui monti per vivere al sicuro. Imbarazzante.

Ma, successivamente, sorgono i dubbi. Sembra davvero una cosa troppo demenziale, fuori dal mondo. Se ci si sofferma a riflettere emergono le incongruenze. Lo spot è andato in onda il primo d’aprile. Potrebbe, quindi, trattarsi di un bel pesce d’aprile per prendere in giro tutti noi poveri creduloni. Del resto, il target e lo stile della rete che ospita la campagna pubblicitaria sono in linea con il probabile scherzo. Vado a letto tranquilla. Casa mia è ancora al sicuro.
Il giorno dopo, sicura delle mie certezze, accendo la televisione, orrore: lo spot maledetto è ancora trasmesso e con una frequenza davvero inverosimile. Cominciano a tremarmi le gambe. Vado immediatamente a documentarmi su Internet. Digito sul motore di ricerca “RetEuropa Immobiliare”, ma niente, non c’è nessun sito. Nulla. Trovo lo spot su Youtube e provo a chiamare il numero verde. Nulla. Telefono staccato. Non può essere vero. A questo punto tutto sembra troppo incredibile.

Rintraccio numerosissimi blog che parlano di questo commercial, alcuni gridano allo scandalo, altri alla bufala, altri ancora lanciano un’idea possibile: e se fosse una campagna sociale? Perché no, magari, sfruttando il fenomeno del marketing virale (ovvero il passaparola virtuale), Greenpeace o Legambiente potrebbero aver commissionato questo spot per far sensibilizzare le persone al tema del cambiamento climatico. Chissà. Intanto scopro che il testimonial è un certo Paky Arcella, presentatore delle reti private emiliane e che lui stesso è promotore e presentatore di un progetto sociale: “Il dono dell’umanità”, nel quale vengono premiati uomini che hanno fatto qualcosa di importante a beneficio della società. Riesco anche a scoprire che cos’è il Cpr, l’istituto che nello spot era l’artefice [img4]delle previsioni dell’innalzamento del mare. Questo altri non è che il Consorzio Pisa Ricerche, che si pone come obiettivo quello di agire come strumento di integrazione fra il mondo scientifico e quello applicativo, a beneficio del territorio e della ricerca.

Chissà qual è la risposta, quale verità si cela dietro a questo spot. La sua abilità è stata quella di farcene parlare. Se davvero è una campagna sociale, ha il gran merito di aver utilizzato un linguaggio diverso, non paternalistico, non allarmante, ma che ha portato tutti alla riflessione. Se così non è, allora non può risultare che una squallida burla, attuata da sciocchi anonimi goliardi.

Non c'è ancora nessun commento.

Lascia un commento!

«

»