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La famiglia tuttofare di Mark Haddon

La famiglia tuttofare di Mark Haddon

Il pensionato George Hall è impazzito. Lentamente. Senza accorgersene, senza prendere sul serio i suoi comportamenti sempre più strani e preoccupandosi invece troppo per una macchia scura su un fianco. Mrs. Hall ha un amante. Un uomo più curato e brillante di suo marito, più attento a lei e alla sua femminilità ormai sfiorita. Per Katie Hall il precedente matrimonio è finito male e le ha lasciato Jacob da crescere. Ora vorrebbe risposarsi con Ray, ma non è sicura di amarlo veramente. Jamie Hall è stato lasciato dal suo ragazzo proprio a causa di queste nozze e sta cercando di non soffrire troppo.

La normalità, si diceva. Siamo tutti d’accordo che la vanità di uno scrittore sia al quanto stuzzicata quando uno stile originale ed efficace fa capolino tra le bozze di un nuovo libro. Haddon in Una cosa da nulla ha sviluppato uno stile del tutto antiromantico e antiretorico. Ha portato all’estremo il registro già colloquiale del suo precedente romanzo, il celebrato Lo strano caso del cane ucciso a mezzanotte (Einaudi, 2003). I luoghi e i personaggi sono assolutamente casalinghi. Inoltre, benché un problema non sia mai veramente “normale”, nel romanzo i problemi dei personaggi sono esposti come fatti trascurabili. Qui risiede ovviamente il significato del titolo. La ricerca del quotidiano più immediato include anche gli elementi negativi dell’esistenza dei personaggi. Quelli descritti nel romanzo sono i prototipi dei maggiori problemi di ognuno, una sorta di casi limite proposti e quasi “studiati” – alla maniera, per intenderci, in cui in Manuale d’amore viene trattato l’amore.

L’adulterio, l’abbandono, l’incertezza, la depressione. George e la sua famiglia si scoprono una fucina di piccole umanissime tragedie. La depressione post-lavorativa di George sfocia in follia, quando, guardandosi allo specchio, crede di essersi scoperto un cancro. Il suo crollo interiore che ne segue fa da collante e tirante per le altre situazioni critiche. I capitoletti, legati ciascuno ai quattro membri della famiglia, portano avanti gli altri drammi personali. I resoconti sono lineari come dei necrologi e in vari punti hanno lo stesso “fervore”. Haddon ha cercato, trovato e offerto ai lettori un compostissimo squallore. La struttura dell’opera fa di Una cosa da nulla un romanzo classico: le questioni in sospeso durante tutto il libro convergono interamente nella parte finale, in cui si celebra il matrimonio tra Katie e Ray; ma sorprendentemente nulla si risolve veramente. La conclusione è aperta e, ancora di più, questo ci sottrae alla nostra disabitudine al genere del romanzo-romanzo. Haddon non annoia con la sua chiarezza. Risparmia ogni piagnisteo o vittimismo alla vicenda che racconta, sottoponendo tutto e tutti a un’ironia un po’ amara e psicanalizzante.
L’autolesionismo, l’ansia, le insicurezze quotidiane dei personaggi concedono larga possibilità di immedesimazione a questo romanzo in cui, in fondo, l’amore è posto come nucleo centrale. L’amore e, naturalmente, i suoi “normali” problemi.

L’autore
Mark Haddon è nato nel 1962 a Northampton e ha studiato a Oxford. Finora ha scritto e illustrato quindici libri per ragazzi ed ha lavorato per la radio e la televisione realizzando diverse sceneggiature. Tra i suoi scritti pubblicati in italiano, Lo strano caso del cane ucciso a mezzanotte (Einaudi, 2003), che è il suo libro più famoso. Questo romanzo ha avuto diversi riconoscimenti e, secondo un’intervista rilasciata dall’autore, è stato anche il primo ad essere espressamente scritto per un pubblico adulto. I diritti cinematografici sono stati acquistati dalla Warner Bros.

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