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cultura dell'immagine e della parola

24, il quarto giorno

Nata dalla mente di Joel Surnow e Robert Cochran, prodotta da Immagine Television, Real Time productions e 20th Century Fox Television, ritorna in Italia la serie che dal 2001 appassiona milioni di telespettatori in tutto il mondo: 24 (la quarta stagione è in onda su Fox, ogni venerdì, alle ore 21). Un telefilm innovativo che, scardinando le classiche regole narrative, ci propone con fresca originalità un nuovo “modo” percettivo, quello più scontato eppure più difficile: il tempo reale. Ogni serie rappresenta un giorno, ognuna delle ventiquattro puntate di cui è composta un’ora (45 minuti più un quarto d’ora di pubblicità).

Il piccolo schermo s’illumina di un racconto eterogeneo e sfaccettato, un puzzle di ritagli visivi legati da contemporaneità tramite la tecnica dello split screen. Una miriade di attori, personaggi, vite si incrociano e si spengono a una velocità turbinosa. I punti di vista e le azioni si scontrano in una stessa immagine, mentre i minuti incombono… L’adrenalina trasuda dallo schermo e ci fa sobbalzare dal divano, tifiamo per i nostri eroi, brontoliamo, attendiamo con sguardo attento l’ennesimo capovolgimento d’azione e, col correre del tempo, ci accorgiamo che l’ora è giunta, il termine della puntata bussa alla porta, le sette di sera per Jack Bauer sono arrivate.
Cosa succederà? Non lo sappiamo, per noi è semplicemente giunta l’ora di spegnere la Tv.
Ennesima riprova di come il tempo, in “realtà”, sia un concetto relativo: Jack sta salvando il Mondo e noi fumiamo annoiati sigarette facendo zapping! Come sarebbe bello bersi 24 in ventiquattrore filate, raggiungere il cuore del tempo reale, percepirlo, carpendone finalmente l’anima.

Vittime mal-educate del surreale massmediatico, desideriamo farci rieducare da nuove tendenze, quelle peraltro più vicine al “vero”. Ma i vecchi “professori seriali” che ancora impazzano (peraltro molto spesso a ragione) attorno a noi, accerchiano come armate “i nuovi”sparvieri di verità. Il velo di Maia è difficile da strappare e forse nemmeno esiste. In Tv conta solo ciò che percepiamo e come lo percepiamo. Il concetto penetra attraverso il subliminale a sua volta costruito da una perfetto dosaggio di immagini, musiche, ritmo, tempo, dialoghi.
Alcuni telefilm, come Lost, vengono costruiti al fine di generare una lenta tensione infingarda che confluisce nell’impossibilità di trovare una soluzione. Quest’ansia perenne, creata ad hoc, non si risolve mai, generando una folle dipendenza entropica.
Totalmente sottomessi, subiamo inermi il correre degli eventi. Fino a che punto possa giungere la sopportazione del pubblico rimane attualmente un mistero…
24, al contrario, gioca su un continuo e velocissimo scambio di tensioni e risoluzioni, un’ansia momentanea che sfocia nella quiete per poi rinascere, all’infinito, come avviene nella realtà di tutti i giorni.
In questo consiste il suo realismo, e il tempo ne è testimone. È questo che ci consente di affezionarci ai personaggi in modo identificativo, più che alla storia stessa. L’amore che proviamo per loro ci riconosce liberi.

Impazziamo per Jack Bauer (Keifer Sutherland), questo eroe duro, combattivo, segnato nel volto dal sudore dell’incertezza, un uomo che vive in un giorno un’ intera nostra vita, un vero “mastino” in “tempo reale”.
Ci piacciono le “Jack rules”, come le definiscono gli americani, amiamo il Tony Almeida reitegrato che abbandona disperazione e pancetta da alcolizzato per tornare a essere il figo che era, amiamo Cloe O’ Brien la musona munita di nuovo musone a seguito: Edgar Stiles.[img4]
Vecchi personaggi e nuovi personaggi, dal segretario Heller, alla famiglia Araz, quella dei terroristi islamici, “l’incarnazione in cellula” di un male organizzato che varca i limiti dello spazio.
Una miriade di attentati, tutti collegati da un disegno più grande, che, in un giorno solo, sfociano nell’attacco diretto all’Air Force One: L’America ha paura e qui, in questo “quarto giorno” si avverte più di prima.

Un connubio di “energia”, quindi, che infine si risolve.
Conclusa una stagione ci pacifichiamo e attendiamo serafici un “nuovo giorno”, il quinto (in onda su Fox dal 26 gennaio 2007).Chi vincerà tra Lost e 24? Forzata entropia o energia che si rigenera?
Staremo a vedere…

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