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Sotto un velo di sabbia

Sotto un velo di sabbia

Problemi d’autore
Agharta è un fumetto “dalla struttura altamente autoriale”, rubando le parole dal primo volume pubblicato in Italia. Nonostante questo, il giudizio di questa recensione non è positivo, perché?

Trama (fin troppo) articolata
La storia di Agharta è molto complicata, si snoda tra vicende anche parecchio distanti tra loro cronologicamente. Inoltre non vengono seguiti solo gli eventi che legano i due protagonisti Rael e Juju, ma pure una serie di episodi paralleli relativi a personaggi più o meno secondari, legati tutti dal filo conduttore del rapporto che l’umanità ha avuto con l’albero Tamarix. Qui sorge il primo problema: l’autore articola la trama attraverso numerosi e repentini cambi di scena spaziali e temporali. La cosa è meno organizzata di quanto sembri, e col passare dei volumi più che ottenere chiarimenti si sommano i dubbi. Il modo di raccontare è talmente confusionario che senza l’aiuto del riassuntino redazionale a capo volume (per la prima volta davvero indispensabile) non si capirebbe nulla.

Veste grafica da decifrare
La veste grafica del fumetto è particolare quanto la trama: l’autore ha un segno sottile, nervoso, che privilegia il bianco al nero, quasi svanendo nella pagina. Il risultato è molto gradevole, ma porta al secondo problema: in certi casi si fa tutto molto approssimativo e caotico. Persino di pagina in pagina i personaggi cambiano fisionomia rendendo difficile il loro riconoscimento e questo non è di certo un bene contando il fatto che in questo più che in altri fumetti giapponesi molti di essi si somigliano.

Traduzioni caotiche
Sebbene meno rilevanti, anche piccole incoerenze nella traduzione da volume a volume rendono il tutto ancora più confuso. Da notare che tutto quello discusso fin ora peggiora proseguendo.

Peccato
Peccato per molti motivi. Agharta potrebbe essere davvero interessante, sia narrativamente che esteticamente. Ci si ritrova immersi in un universo futuribile, ma per certi versi molto distante dal nostro, con lo sfondo di temi mitologici molto intriganti. Si trattano persino aspetti più crudi e reali (quanto attuali), come l’abuso umano della natura, la schiavitù dalle droghe, la corruzione, la violenza, la povertà e una radicata ricerca dell’immortalità che, bene o male, attanaglia la nostra razza dall’alba dei tempi. Come detto prima questo però non può certo andare a discapito della leggibilità, non fosse per questo sarebbe stato un fumetto di ben altra caratura.

In conclusione
Questa recensione non vuol essere certo lapidaria, è consigliata comunque la lettura a chi può trovare interessanti questi piccoli accenni o a chi cerca qualcosa che esuli dai soliti canoni. Chissà che al di là di tutto non possa spingere, superata la difficoltà di lettura, o proprio in virtù di quella, a continuare a seguirlo. La cadenza è ormai praticamente annuale e dal canto suo le Edizioni Star Comics non hanno quasi mai chiuso una serie, quindi Agharta accompagnerà chi vorrà seguirlo fino alla sua (si spera) chiarificatrice conclusione.

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