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cultura dell'immagine e della parola

Efficaci stereotipi sociali

Campagna: Football Resistance
Cliente: Carta Bianca
Formato: Statica
Data di pubblicazione: Giugno 2006
Agenzia: BBDO Paris
Categoria: Events-Sociali

Football Resistance
Iniziativa cittadina spontanea e senza fini di lucro, Football Resistance si ripropone di lottare contro uno dei fenomeni più incivili e fastidiosi che si verificano, purtroppo, sui campi da gioco di tutto il mondo. L’operazione lanciata da un gruppo di cittadini provenienti da diversi Paesi ha come obiettivo quello di combattere contro il razzismo nel calcio. Lanciata in occasione della coppa del mondo di calcio dell’estate 2006 per invitare tutti a sensibilizzare e sensibilizzarsi riguardo a questo problema, arriva a noi attraverso il circuito delle cartoline promozionali.

Target della comunicazione
Il messaggio è delicato, ma socialmente utile. Non si pone barriere di età, né di sesso, né di appartenenza geografica. L’unica barriera presente per la comprensione e per la diffusione di un tale messaggio potrebbe essere, eventualmente, quella culturale: nel senso che chi non ha orecchie per un discorso tanto importante, di cultura non ne ha. La promocard vuole essere destinata, quindi, a un target il più ampio possibile. E questo aspetto influenza profondamente le scelte stilistiche alla base della composizione del messaggio.

Composizione basilare
Le scelte di costruzione del messaggio partono proprio dalla ricerca di una universalità comunicativa, che si presenta come il fine ultimo dell’iniziativa. Per questo motivo si è scelta una rappresentazione prevalentemente iconica, capace di parlare quindi più linguaggi contemporaneamente. O, meglio, un unico linguaggio, condiviso da tutti: quello delle immagini. La semplicità delle scelte cromatiche, inoltre, facilita ulteriormente la lettura della cartolina, tramite uno sfondo praticamente monocromatico, sul quale si inserisce la figura prepotentemente nera.

Stereotipi funzionali
Uno degli aspetti spesso criticati della pubblicità viene qui utilizzato in maniera sapiente e funzionale. Si tratta dell’utilizzo degli stereotipi. Se la maggior parte delle volte, infatti, le agenzie puntano sulla semplificazione delle ideologie e dei meccanismi di cognizione per attirare l’attenzione dell’utente, appiattendo una molteplicità di contenuti a poche categorie creative, in questo caso non si può che fare un plauso alle scelte compositive. Prato verde e pallone da calcio. Affianco, assume rilevanza la scelta del marchio usato per simboleggiare il razzismo. immediato, conosciuto e riconoscibile.

Accostamento stridente
La svastica la si vede, ma si fatica a interpretarla. Perché? Per il contesto in cui è inserita. Difficile capire perché un segno così fortemente antisemita stia calcando un campo da calcio, all’inseguimento di un pallone. Così, con il semplice accostamento di due simboli allo stesso tempo universali e antitetici, la curiosità del lettore è catturata, spingendoci a indagare le poche righe di testo presenti sulla promocard, che spiegano meglio di che tipo di iniziativa si tratta.

Il tempismo, a volte, è tutto
Perfetto, inoltre, il periodo scelto per diffondere la cartoline nei locali delle nostre città. Giugno 2006, in concomitanza con una delle manifestazioni sportive più importanti al mondo, e ancor di più in Italia: la Coppa del Mondo di calcio. In questo modo il messaggio ha potuto godere, in maniera totalmente gratuita, dell’onda mediatica offerta dall’evento. In conclusione, una promocard a dir poco perfetta, il cui messaggio tra l’altro non può che essere condiviso.

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