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Oltre la noia

Oltre la noia

Oltre la noia…
Oltre Il sesto senso.
Oltre The others.
Così esclama a gran voce il trailer, promettendo di risvegliarci emozioni e paure recondite riscoprendo, per un attimo, il brivido che ci hanno regalato i due film sopra citati. Dovrebbe essere un film dell’orrore, o perlomeno vagamente inquietante, così tutti si aspettano. Si rivela invece un noiosissimo e sfilacciato melò a lieto fine, dove una famiglia in crisi resta sconvolta da un terribile dramma riuscendo, con amore e fede, a sfidare le leggi dell’ignoto.

Trama semplicissima: Bambina in coma a seguito di un incidente automobilistico, fratellino sconvolto dall’accaduto che riesce inspiegabilmente a comunicare con lei mentalmente. Padre e madre pronti a tutto per recuperare la figlioletta dormiente.
Unico modo: rivolgersi a una dottoressa dal passato tragico, che svolge esperimenti al limite della legalità in una clinica tecnologicamente avanzatissima.
Il suo metodo: collegare cerebralmente il malato alla pesona che ama di più, un viaggio nell’inconscio, dove una mente penetra nell’altra e la riporta alla luce.
La storia non è nuova, già The cell (id., Tarsem Singh, 2000), discusso film con Jennifer Lopez, aveva tentato di indagare questi misteri riuscendo, con eleganza, ritmo e raffinatezza visiva, a renderci partecipi, per quanto possibile, di quelle poche briciole di universo Freudiano che noi profani possiamo solo tentare di immaginare. Tematica indubbiamente affascinante e ricca di spunti interessanti, che qui invece tracolla vergognosamente.

Pur tentando di perdonare le promesse truffaldine di trailer e locandina, il film risulta comunque insalvabile: ritmo lentissimo, trama sfilacciata e senza sostanza, sceneggiatura povera di contenuti, altrettanto la scenografia.
Un dramma che nella realtà si coglie molto poco: Andy Garcia, avvezzo a ruoli di padre disperato con famiglia in crisi non comunica nulla, tantomeno Angela Bassett, la triste dottoressa alla ricerca del fratellino perduto. Si salva solo il piccolo protagonista, il “bambino di Lazaro”, che tenta disperatamente di inquietare il più possibile, complici una chioma di capelli bianchi per il terrore e gli occhi vagamente spiritati.
Un film veramente inutile e superfluo.

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