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cultura dell'immagine e della parola

Lorena Bianchetti: profumo di nonna

Questa settimana vi parlo bene di Lorena Bianchetti. Sì proprio lei, la showgirl più candida del teleschermo, passata nel giro di pochi anni dalle rubriche religiose alla conduzione di Domenica Insieme (Rai Uno, domenica, ore 14.00) esclusivamente in virtù delle proprie virtù.
Perché Lorena Bianchetti non va mai sopra le righe: lei è pura e ti conquista con dolcezza. Trattasi infatti di bellezza algida e poco appariscente, mediamente capace di fare tutto quello che ci si aspetterebbe da una showgirl: canticchia, ballicchia, conduce con garbo e non manca i tempi comici se deve fare da spalla a un attore brillante. In un panorama televisivo animato da un dilettantismo atroce, rappresenta insomma un raro esempio di professionalità.
Nel corso del primo blocco di Domenica In la osserviamo mettere in scena, con pacatezza assoluta, situazioni tipiche di una Tv antica: il commento leggero ai piccoli fatti di cronaca, il momento musicale con accompagnamento offerto dall’orchestrina (roba da Quartetto Cetra, per intenderci), la gara canora fra vecchie glorie, l’intervista garbata all’ospite e quattro chiacchiere amichevoli col pubblico in studio.
Una bambolina di porcellana, un angelo del focolare, soprattutto se confrontata con Paola Perego, che a pochi canali di distanza, negli studi di Buona Domenica, esibisce minigonne e piglio fatale mentre getta giovinette perverse in pasto al turgido microfono di Stefano Bettarini.

Già m’immagino le solite beghine ultramoderne che mi rampognano: «Ma dai, sembra una catechista! Va giusto bene per mia nonna!».
È proprio questo il punto, piccoli miei.
In un’Italia che invecchia inesorabilmente – e invecchiando, ahimé, imbruttisce – Lorena Bianchetti fa il suo sporco lavoro. Potrà sembrare anacronistica, certo, ma è forse l’unica a offrire al grande pubblico generalista un’alternativa nazional-popolare al cattivo gusto. Non a caso è stata dapprima chiamata a sostituire la D’Eusanio alla conduzione di Al posto tuo (Raidue, autunno 2005) e quindi a riprendere in mano le sorti domenicali compromesse da Mara Venier con la complicità dei vari Zequila e Pappalardo.
Che ci piaccia o no, davanti ai teleschermi non ci siamo solo noi splendidi critici, avidi di documentari e inchieste ficcanti. Ci sono anche anziani, persone scarsamente scolarizzate e anime semplici. Li vogliamo forse consegnare a Maria De Filippi e Maurizio Costanzo? Lasceremo che siano Enrico Papi e Teo Mammucari a prendersi cura di loro?
No, dico io! Li porteremo alla Bianchetti. Alla rassicurante, affabile, misurata Lorena Bianchetti.
Che personalmente amo immaginare inguainata in una tutina di pelle nera mentre mi rovescia della cera bollente sul petto.

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