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Splendido Splendini

Splendido Splendini

Mr. Splendini e il potere della magia, come dire Woody Allen e il potere della commedia, che si fa beffe della vita e strizza l’occhio alla Morte, qui icona dalle fattezze bergmaniane a distratta guida della navetta per l’aldilà tra le cupe nebbie di un fiume senza nome. Reinterpretando il “fama volat” di virgiliana memoria, il Gossip è più potente dello spazio e del tempo, e le vie della Chiacchiera sono infinite: potenzialmente, lo scoop è sempre dietro l’angolo.
Col ritmo divertito di un pedinamento improbabile, Allen e la sua nuova musa Scarlett trascinano lo spettatore in un intreccio giallo, ma anche rosa, ma anche nero, farcito di battute efficaci come solo i colpi di un tiratore scelto. «Sono ebreo per nascita, ma crescendo mi sono convertito al narcisismo». Bersagli: tutto il visibile e tutto il sospettato, giornalisti, registi, prestigiatori e rampolli d’alta società, rappresentati con pochi eloquentissimi tratti in situazioni che sembrano paradossali, ma alludono con la consueta ironia alleniana alla follia dell’esistenza, alle diversità sociali, alla dialettica tra differenti confessioni religiose. Castigare ridendo mores…
Il duo investigativo Sidney Waterman / Sondra Pransky tiene le fila dall’inizio alla fine, regge il gioco della finzione in perfetto equilibrio senza sbavature: si diverte e fa divertire, lungo una pista di indizi che comprende tarocchi mancanti, gemelli spaiati, smaterializzazioni e soffiate dall’altro mondo. La macchina da presa segue le evoluzioni della trama al ritmo dei valzer di Strauss, contrappunto musicale che segna le invasioni / investigazioni della coppia nell’alta società londinese, s’insinua tra i poker e le chiacchiere da cocktail dove i trucchi di Mr. Splendini sono brezza fresca in mezzo alla bonaccia. Allen non ruba la scena a una Johansson infagottata in abiti improbabili e nascosta da un paio di occhiali tondi da prima della classe, ma quando apre bocca la risata è tutta per lui, mago per esorcizzare l’ansia di vivere, autoironico e posticcio padre di una formosa biondina della quale in altri tempi sarebbe stato l’amante.

Il cinema, a volte, è un gioco di prestigio: metti dentro il cappello le tracce lasciate da un pericoloso assassino, e ne esce una risata. E Woody, qui, è un mago d’eccezione che ammicca al pubblico con non celata ironia: «Siete un gruppo fantastico, davvero, i migliori, voi siete un vanto per la vostra razza». Lo scoop è davvero dietro l’angolo, ma esige il suo prezzo, camuffato dalle risate. «Non ho bisogno di andare in palestra, la mia ansia fa aerobica da anni». E in effetti, al trentasettesimo film, il mago Allen è in splendida forma.

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