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cultura dell'immagine e della parola

Thom Yorke – Harrowdown Hill

Canzone: Harrowdown Hill
Cantante: Thom Yorke
Anno: 2006
Album: the eraser
Regista: Chel White

È tornato guardandoci dall’alto. Prima plasma del pongo in volo, come piccoli mostricciatoli in movimento: siamo microscopici essere umani che ci muoviamo in maniera strana, prima degli scioperi, lottando come formicaio impazzito.
Qual è la parte umana di questo mondo? Autostrade, fumi di ciminiere, lotte intestine in mezzo a strade che saranno solo ripulite. Vuote come l’anima inesistente dell’aquila (libera?) manipolata da mani bidimensionali e quindi solo grafica (è un idea? Un pensiero?). E un unico essere umano, annegato. Canta senza poter cantare. Sa di non essere sentito. Esplodendo verso l’altro, creando senso e simbiosi nella natura impazzita che incomincia a correre con ritmo doppio. O forse è l’occhio umano che la vede così diversa? Forse la verità non sta nell’occhio a cui non DOBBIAMO fare riferimento.
Noi saremo abituati a vedere dagli occhi di un animale manipolato, abituati a vedere il sole che sorge in un secondo, abituati a vedere l’unico uomo libero affondare nelle acque. Intorno brucia tutto il resto. Thom Yorke rappresentato come simbolo della vista, domandandosi “siamo sempre noi?”
Non un caso l’annegamento, la perdita del suono, la potenza dell’occhio che guarda e si annebbia. Ma noi che siamo i carnefici possiamo vedere l’annegato con i suoi occhi?
O forse siamo noi quelli abituati ad annegare?
Il senso del video è che manipolati e manipolati, abbiamo perso il modo di ”vedere”, ascoltando una “sonora “ fotografia.
strabilianti immagini. Comunque.

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