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cultura dell'immagine e della parola

Impossible is nothing: neanche il Mondiale!

Cliente: Adidas
Agenzia pubblicitaria: 180 Amsterdam
Agenzia di distribuzione: Carat
Regia: Ivan Zacharias
Colonna sonora: Eanie Meanie di Jim Noir
Anno: 2006

Con il suo spot istituzionale Adidas afferma che “Impossible is nothing” e lo fa avverando i sogni di due bambini. Il gioco del calcio entra nella dimensione irreale della fantasia, dove tutto è possibile, perfino la materializzazione di grandi giocatori, che condividono con i due piccoli “capitani” un pomeriggio di divertimento.
Il gioco inizia in una calda e assolata giornata, nel campetto sotto casa di Josè. Il ragazzino annoiato accoglie la sfida del suo amico Pedro che, con aria furbetta, gli propone: “jugamos”?.
I bambini scelgono i componenti delle loro squadre e in un baleno, come per magia, ecco sfilare accanto a loro Zidane, Nesta e Kaka. Come se non bastasse, a rinforzare il gruppo arrivano anche due eroi del passato come Beckenbauer e Platinì (scelta teneramente consigliata dall’astuto Zizou).
I giovani capitani svolgono il loro ruolo tattico senza farsi intimidire e con grande maestria decidono le posizioni in campo, per accertarsi dell’equilibrio e della forza della loro formazione. Iniziata la partita, seguono attentamente le azioni dei loro giocatori, incitandoli impetuosamente quando necessario. Il piccolo Josè non si fa certo scappare l’occasione per recuperare la palla e, rivolgendosi al campione che ha appena sbattuto a terra, gli sogghigna un malizioso “sorry”.
Nonostante le magie dei vari atleti, ogni errore viene duramente punito, così, quando il tiro in porta di Kaka viene parato, per il povero fuoriclasse la panchina è assicurata. Infine, il goal viene segnato, anche se il tedeschissimo Kahn paventa un “goal fantasma”.
Ma, come tutti i sogni più belli, anche questo deve avere una fine, è allora che la sanguigna mamma di Josè richiama a casa il suo bambino. La prossima partita da sogno verrà rimandata al giorno seguente.

Adidas ci fa sognare e ci fa tornare bambini, in quella dimensione dove nulla ci è precluso, ma dove dal niente possiamo vivere le esperienze più incredibili. Del resto, lo sport è anche e ancora questo, la possibilità di vedere realizzate le nostre speranze. Ed è così che ci ritroviamo piangenti ad urlare “Campioni del Mondo”, a realizzare, finalmente, che ce l’abbiamo fatta, che siamo tutti uniti e che tutti siamo vincenti.
Adidas lo sa e ci affascina utilizzando lo spot come mezzo per emozionarci. L’uso dei testimonial, qui, non è pericoloso, ma attento e subordinato. La marca lascia spazio alla fantasia e alle emozioni e punta di più alle sponsorizzazioni e ad un “senso di coinvolgimento” del consumatore che lo faccia sentire parte del sogno che essa stessa propone e che, allo stesso tempo, trasforma in realtà. Tramite questa iniziativa, infatti, l’azienda sta sponsorizzando una competizione assolutamente atipica. Ogni testimonial dello spot forma una squadra con persone “normali” e i vari team si sfidano all’interno del torneo.

È l’ennesima riprova del fatto che, nell’attuale mondo della comunicazione, l’unico modo per coinvolgere le persone è quello di emozionarle e far vivere loro dei sogni. In questa maniera non percepiranno direttamente il discorso commerciale, ma nelle scarpe che indosseranno e nelle magliette che useranno ritroveranno quelle sensazioni e quelle emozioni che la marca gli ha permesso di vivere e che porteranno con loro per sempre.
Adidas lo sa e con maestria sperimenta queste nuove strade alternative. Sapremo sognare con lei?

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