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Perso in un bicchier d’acqua

Perso in un bicchier d’acqua

Alex Infascelli mi riesce sempre a fregare. Ha fatto tre film e li ho visti tutti, incuriosito in qualche modo dalla storia, dagli attori o dalla sua indole visionaria. E in tutti e tre le occasioni sono rimasto deluso. Almost blue, tratto dal romanzo di Lucarelli, puntava tutta l’attenzione sul killer, ma i personaggi della poliziotta Grazia Negro e del ragazzo cieco erano altrettanto interessanti. Il siero della vanità si è rivelato una storia inconcludente, piatta e con poca attrattiva nonostante il cast potesse lasciar pensare a qualcosa di meglio. Stavolta ci risiamo.

H2Odio esce direttamente in dvd senza passare dal cinema. Anche in questo caso le recensioni positive ad accompagnarne l’uscita non mancano, quindi mentre inserisco il disco (ottimo packaging e look) mi aspetto di vedere qualcosa di buono. Beh, nulla da fare. Siamo alla solita storia del gruppo di ragazze su un’isola (la stanza chiusa allargata) destinate a morire una dopo l’altra, rivelandoci il mistero nascosto dietro Olivia, la protagonista che organizza la spedizione insieme alle sue quattro amiche, ed Helena, la sorella al centro del mistero. H2Odio dimostra di aver subito la chiara influenza dell’ondata di horror made in Japan. Ritmo lento, scene oniriche, gemelle cattive, l’acqua come elemento in cui tutto ha origine e tutto finisce. Per non farci mancare nulla, c’è pure la scena allo specchio come introspezione psicologica e sottolineatura della presenza del doppio. Non basta, quindi, allungare il brodo con il tema del cibo, della dipendenza da droghe di tipo diverso e con immagini che sembrano uscite da Blair witch project (id., Daniel Myrick, Eduardo Sánchez, 1999). Sorvoliamo sull’inutile cameo di Platinette, su come si noti che il film sia low budget e sul ritmo noioso del film. Sono arrivato alla fine solo nella speranza che ci fosse una rivelazione finale che potesse rivalutare un po’ il tutto. Invano.

Guardare tutta la storia serve solo a scoprire che: 1) Infascelli dedica alla sorella la sua opera 2) Una persona su 8 avrebbe vissuto la stessa esperienza prenatale di sindrome del gemello scomparso, capitata all’assassina del film.
A livello tecnico, H2Odio propone le caratteristiche immagini allucinate dei film di Infascelli, che ama giocare coi colori e con la musica. La colonna sonora in stile elettronico-distorto, infatti, è appropriata. Il cast include oltre alla tedesca (di nascita) Mandala Tayde, volti meno noti ed esordienti, ma nessuno colpisce particolarmente nel segno. Di certo il ritmo soporifero non aiuta. E nuotare in un mare di noia è particolarmente difficile.

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