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cultura dell'immagine e della parola

Röyksopp – What else is there?

Gruppo: Röysopp
Canzone: What else is there?
Album: The Understanding
Regista: Martin de Thurah
Anno: 2006

Il tutto comincia con una tempesta e una donna, biondissima, rossa in volto, che levita sopra il terreno. La donna si muove in interni ed esterni, si muove in un viaggio metaforico all’interno e all’esterno della fine del mondo. La tempesta è infatti un metaforico “Ragnarok” che lentamente, ma inesorabilmente, si trascina via le costruzioni dell’uomo: le case, i pali della luce…
Sono invece indenni alla fine i simboli della natura. Gli alberi rimangono ben radicati al terreno, e un cane guarda da terra, stupito, il passaggio della donna sopra la sua testa. Anche la donna non vola via, levita semplicemente a pochi centimetri dal terreno. Perché la donna è il punto di contatto con la natura, la terra, la fertilità. Infatti la donna del video all’inizio perde un liquido bianco dalle gambe: il latte simbolo di fertilità e maternità.
Così con i suoi occhi tristi e gonfi di lacrime non può fare a meno di osservare e consolare un’altra figura, un’altra donna, che ha però rinunciato a se stessa per chiudersi nella sicurezza e nell’opulenza di una natura morta, simbolo di una società consumista, vecchia e stanca. Proprio per questo, l’altra donna è destinata a essere spazzata via dalla tempesta. E intanto peli crescono su superfici lisce, simbolo di corruzione e di fine.

Alla fine del percorso la protagonista si volterà, quasi stupita, a guardare una figura, un uomo, che cammina sullo sfondo. La figura ci mostra i trucchi dell’inconscio, e la finzione di questa apocalisse oscura.

Il regista, Martin de Thurah, costruisce il percorso apocalittico della donna, attraverso atmosfere che sembrano prese dagli horror orientali e statunitensi degli ultimi anni (un ospedale dismesso, un bosco, una porta socchiusa, la donna stessa che sembra uno spettro), non rinunciando però alla claustrofobica oscurità scandinava, che accarezza con mano fredda le emozioni scosse dello spettatore.

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