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Intervista a Jake Gyllenhaal (seconda parte)

Tu naturalmente conosci Peter Sarsgaard perché ha una relazione con tua sorella Maggie. Il film ha cambiato i vostri rapporti?

Credo che all’inizio non avevamo una vera conoscenza reciproca, ma oggi siamo diventati degli ottimi amici. Ci siamo conosciuti e questo scambio di esperienze diverse nel film è stato terapeutico per me.. Quando ho saputo che Peter era stato scelto nel cast sono rimasto senza parole. Era praticamente perfetto. Non solo perché è uno dei più straordinari attori della sua generazione ma soprattutto perché io ho sempre voluto lavorare con qualcuno da cui potessi imparare qualcosa. E Peter è certamente qualcuno da cui posso imparare.

Deve essere strano per Maggie avere il fratello e il boyfriend che lavorano a così stretto contatto e in maniera così intensa.

Io credo che lei sia stata molto eccitata per entrambi.Credo che lei sapesse che io potevo imparare da Peter e Peter poteva imparare da me. E credo che questo sia successo. Io personalmente ho riconosciuto che Peter ha una mente simile a me ma capace di dare in maniera così differente e questo è stato il feeling reciproco della nostra esperienza.

Se interpretare ruoli insegna qualcosa a te stesso, cosa ti ha insegnato Swoff?

Credo che mi abbia cambiato la vita. Quando incontri e lavori con una persona come Sam che ti fa pensare ‘Mio Dio, non so cosa sto facendo’, eppure lo segui e sei sicuro ci sarà una ragione per tutto, anche se la maggior parte delle volte non riesci a capirla o vederla. Non appena Sam mi ha scelto per il cast io sapevo di essere la persona giusta per quel ruolo. E non avrei potuto fare nulla di sbagliato seguendo questa convinzione.

Mi sembra una grande libertà…..

Penso che tu possa sentire questo durante il film. Io non sono mai stato trattato come un attore che crede che ogni sua scelta sia esatta ma in Jarhead ho sentito la libertà e la capacità di scegliere e di assumermi le mie responsabilità. Sam mi ha fatto sentire capace di muovermi e di agire.
Io mi allontano da questa pellicola con la consapevolezza che Sam sia riuscito a trovare in me quello che altri hanno cercato di scoprire ma che non sono riusciti sino in fondo a riconoscere.
Essere insieme a Peter, Jamie (Foxx), e Sam è stato incredibile. Io ho imparto così tanto da loro, e loro sono tre uomini che stimo molto. Io li ho osservati ed ho tentato di emularli in una certa maniera.; e questo ha cambiato la mia vita. E’ stata un’esperienza straordinaria.

E’ interessante come Swoff è allo stesso tempo un membro della squadra e un osservatore esterno. E anche tu sei stato osservatore e partecipante.

Si, sempre. Io ero nel gruppo e contemporaneamente ne ero fuori. E questo succedeva anche la sera, quando la maggior parte delle volte io non sono uscito con i miei compagni. Ho imparato questo da Chris Cooper durante le riprese di October Sky. Io avrei voluto invitarlo fuori ogni sera ma lui non è mai venuto perchè questo distacco lo aiutava durante le riprese e lo aiutava nella gestione delle relazioni interpersonali.
Per me tutto ciò aveva un senso, perché non essendo sempre coinvolto con i miei compagni potevo distaccarmi e osservarli da lontano. C’è una scena che noi chiamiamo ‘field fuck scene’ e che Tony Swofford nel libro descrive in maniera così oggettiva e reale. Questo distacco è’quello che abbiamo cercato di riprodurre sia io che Sam durante le riprese e per meglio comprenderlo Sam mi ha dato il diario di Swoff quando era nei Marines.
Lo posseggo ancora. Il diario contiene moltissime annotazioni irriverenti e dissacratorie verso la guerra, nulla a che vedere con la bellissima prosa del libro. Io ho voluto interpretare questo giovane ragazzo, che ancora non aveva deciso di stendere un libro e esprimeva in maniera spontanea la realtà devastante dell’esperienza militare, conservando tutta l’estraneità caratteristica del personaggio Swoff.

Jarhead ti ha fatto riflettere sul perchè molti uomini sembrano avere una forte aggressività e avere voglia di ritrovarsi e combattere?

Bill Broyles scrisse un articolo sulla sua esperienza della Guerra in Vietnam dal titolo ‘Perché gli uomini amano la guerra’. E’ un articolo straordinario, dove egli ammette che sebbene tutti parlino dell’orrore della guerra, la sua esperienza è stata di non aver mai riso così tanto e di non essersi mai sentito così vivo come in guerra. In un certo senso, che cosa effettivamente accade nella mente maschile talvolta è concesso esprimerlo proprio e solo nei film di guerra. .
Credo che quando mi sono trovato a contatto con un vasto gruppo di uomini , ho sentito un’energia molto forte e il divertimento dello stare insieme, giocando e passando giornate insieme a stretto contatto, [img4]traspare dalla pellicola ed è quasi palpabile. Credimi, ma c’era assolutamente qualcosa di così vero nei racconti di masturbazione o di storie di donne che ci siamo scambiati. Mi ricordo quando una notte mi sono svegliato con una bottiglia di vetro appoggiata alla mia testa. Era totalmente buoi e io era sveglio e non sapevo cosa sarebbe successo con questa bottiglia attaccata alla mia testa.

Che cosa era accaduto?

Lucas Black me l‘aveva lanciata, lo scoprii solo più tardi. [Ride] Ma cose come queste accadono solo quando si crea una giusta energia tra tutti gli interrpreti di un film.

Vai alla prima parte dell’intervista

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