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Knights of Kingdom

Knights of Kingdom

Giudizio difficile
La prima volta che si legge Rave si hanno opinioni discordanti, perché questo fumetto rappresenta al meglio il concetto stesso di evoluzione dell’autore in itinere, e lo si vede passare dall’incertezza alla maturità in una crescita esponenziale.
Nei primi numeri l’opera può lasciare un po’ scettici; il disegno è acerbo, la trama semplice e molto classica, sebbene sia in grado di rivelare il potenziale dell’autore, ma non bisogna lasciarsi ingannare; perché superato il primo scoglio della diffidenza ci si trova di fronte a una saga veramente ben fatta. Rave può tranquillamente mettersi in lizza per la palma del miglior manga fantastico dei nostri giorni.

Crescita grafica
Come detto il disegno all’inizio non stupisce più di tanto. Il tratto è incerto, molto sottile, le anatomie legnose e raffazzonate, con i vestiti utilizzati più per coprire errori che per avvolgere, ma col passare del tempo il miglioramento è sorprendente. Già nel numero qui recensito per esempio lo stile è nettamente migliore, ormai le incertezze sono superate e sebbene ci sia ancora un po’ di rigidezza il disegno risulta ben costruito e piacevole, i tratti si ispessiscono e anche i contrasti sono più studiati. I retini sono utilizzati anche qui come tendenza diffusa negli autori giovani con tinte piatte e in modo semplice, per dare varietà più che per impressionare, e vi è un uso del tratteggio più sviluppato che in altri. Ma le abilità tecniche di Mashima ci riservano ancora sorprese, in Giappone si è giunti ormai al numero 35(l’ultimo) e il suo stile è migliorato ulteriormente, sembra impossibile che sia lo stesso autore dei primi numeri. Il suo segno attuale somiglia a quello dell’autore di One piece Eiichiro Oda, tanto che possono sembrare gemelli, ma è ovviamente diverso e indipendente, e altri lavori recenti di Mashima pubblicati in Italia lo dimostrano.

Fantasy moderno
La trama diventa man mano sempre più articolata, il party del protagonista si arricchisce, col passare del tempo, di moltissimi membri capaci di donare al tutto un’eccezionale varietà. Nemici carismatici, magia e spada, misteri e destini ne fanno un’appassionante racconto da seguire facendosi accompagnare lentamente dagli eventi. Il motore di tutto è una pietra di luce chiamata Rave, che Haru il protagonista riceve in eredità da Shiba, divenendo il secondo Rave master. Rave è opposta a Dark Bring, la nera pietra d’oscurità che di volta in volta adesca diversi malvagi. Di queste pietre ne esistono numerosi tipi, e Haru è in possesso anche di una spada chiamata Ten Commandments in grado di mutare in ben dieci varianti; potete capire quindi come di carne al fuoco c’è ne sia parecchia…

Conclusioni
Se proprio vogliamo cercare una pecca possiamo puntare il dito su una eccessiva dose di buonismo, ma si sa che il lieto fine è importante in questo genere di produzione… e in fondo è quello che vogliamo tutti, o no?

Curiosità
Per notizie e curiosità nella lingua del vecchio stivale potete consultare questo sito italiano dedicato a Rave, veramente ben fatto: www.yuyuworld.net/raveworld

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