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Milano da sbranare

Milano da sbranare

Bullet with butterfly wings
Quella di cui parliamo è una biografia, ma non una biografia classica, Renato Vallanzascapiena di dati, luoghi e nozioni. È un altro genere di storia, una di quelle che non vuole raccontare, ma vuole vivere la vita di un personaggio. Una storia che comincia con un punto di vista molto particolare, quello di una pallottola. Una pallottola sparata non da un tizio a caso, ma dal destino. Una pallottola sparata il giorno esatto in cui un bambino è venuto al mondo. Quel giorno quel bambino ha capito che bisognava cominciare a correre e non fermarsi mai, perché la pallottola altrimenti ti raggiunge, e le pallottole fanno male. Il bambino, però, non aveva calcolato che per quanto tu possa essere veloce, la pallottola lo è sempre di più.

Milano
Questa storia si ambienta in molti luoghi, ma in uno in particolare: Milano. La Milano del boom economico, la Milano della Piazza Affari, quella dei soldi che gli investitori americani immettevano sul nostro mercato e che gli imprenditori italiani rigiravano nei loro conti in Svizzera. Una città strafatta di lavoro, di denaro, di frenesia, tanto gonfia da dimenticarsi spesso dei suoi figli più sfortunati. Quelli cresciuti alla fine di viale Monza, quelli del Giambellino, quelli di Affori o della Comasina. Quelli che sanno che la loro vita non avrà il boom, quelli che sanno che si dovranno spaccare la schiena, da sempre e per sempre. Quelli a cui non serve Marx per sapere che loro lavoreranno come asini, i padroni mangeranno come maiali. Quelli che tanto non gli cambia niente, che già da bambini ne hanno prese tante di sberle e di calci in culo, perchè la violenza è l’unica merce che non manca mai nelle periferie delle grandi città.

Il Bel Reneé
Il protagonista del libro di Francesca Arceri è uno dei figli della periferia, che a differenza degli altri è nato per farla, la storia, non per subirla. Perché ha deciso che non avrebbe mai abbassato la testa di fronte a nessuno, e che quello che il destino gli aveva tolto, lui se lo sarebbe ripreso. Con la forza. Grazie allo stile fluido e ritmico dell’autrice, che riesce a creare una macchina narrativa perfetta, riusciamo a sentire la forza e la violenza dell’urlo di un uomo che non si ribella contro i padroni o la società, ma contro il destino. Renato Vallanzasca nelle pagine di questo libro ci appare per quello che era: un bandito spietato ma di un’umanità infinita. Un bandito armato prima della sua legge morale che della sua pistola. Questo bandito prende per mano il lettore e lo accompagna in giro per le nebbiose strade di una città lontana anni luce dalla Milano da bere. Il bel Reneé mostra al lettore la Milano da sbranare.

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