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cultura dell'immagine e della parola

Sophie Muller – Un florilegio


Sophie Muller è una regista molto amata da Mtv. Alcuni dei suoi video hanno documentato le maggiori smash hits delle passate stagioni musicali. L’esempio più interessante è stato quello di crearne diversi per gli ormai popolarissimi Maroon 5. La regista ha saputo realizzare, con il suo “marchio di fabbrica”, situazioni visive per canzoni di largo consumo (potremmo dire orecchiabili? In heavy rotation?), raccontando storie semplici ma custodi del tradizionale ritornello/stornello replicato. Spesso è difficile ricordare i suoi videoclip, anche se negli ultimi tre realizzati, dichiaratamente femminili (scusandoci per l’ennesima classificazione), ricorrono alcuni elementi che è interessante analizzare:

Natalie Imbruglia – Shiver
Garbage – Run Baby run
Gwen Stefani – Cool

I tre videoclip citati rappresentano una costante dell’estetica ipoteticamente iperrealista della regista:
• una storia che sempre cede il passo al canto (binomio antinaturalismo dell’immagine della cantante che interpreta/canta durante un episodio di vita/naturalismo della vicenda);
• una donna che non ha ben chiara la sua posizione (Lo amo? Non lo amo? Sono felice? Dubbi come simbolo del proprio egotismo/successo lavorativo);
• la canzone che aderisce a storie che soffrono di una mancanza di intreccio logico.
Perché Sophie Muller si presenta in questo modo: non vuole raccontare la passionalità, non esprime la sua esplorazione attraverso l’universo sonoro creato, non regala suspense. È una cornice, come le canzoni che trasfigura in immagine (rende appunto una notazione adatta ma non forzata della geografia sonora esplorata).
Il suo lavoro è determinato dall’uso necessario che sottende al videoclip: una vetrina. Il suo impegno ha un senso solo se applicato al fine che assicura: l’esposizione pubblicitaria della hit (?) per un canale musicale. È per questo suo modo “sociale” di interpretare il mondo sonoro senza troppo “invaderlo” che l’ha resa, per certi versi, una degna interprete di un lato più anonimo (o forse insulso) del modello di “videoclip”.
Nella sua percettibilità, o forse nella sua comprensibile risolutezza di artista, usata (e spesso violentata), si riconosce una regista riuscita. E delle sue tre “muse”, Shirley Manson è l’unica che scuote l’immagine, l’unica che pretende di essere anomala e di far intendere che a nessuno, in realtà, frega niente. Forse neanche a Sophie Muller. È solamente un gioco formale.
Chi crede a Natalie Imbruglia spia (del KGB bielorusso?) che prima di essere inseguita canta davanti ad un armadietto?
O a Gwen Stefani che accetta la sua disfatta amorosa retrò davanti all’ormai noto “hit paesaggistico” lago di Como? Gli ingombranti successi si [img4]cavalcano comunque, anche se di sfere sensoriali opposte. Il lago di Como ancora ringrazia George Clooney. E il suo nome lo scrivo per i motori di ricerca.

Curiosità
Sophie Muller è nata a Marlybone, Londra. Si è diplomata al St. Martin’s School of Art e al Royal College of Art.
Ha diretto più di cento videoclip musicali ed è stata a lungo collaboratrice di Annie Lennox, No Doubt, Eurythmics e Blur.
La Muller fa attualmente parte di The Oil Company. Ha diretto inoltre alcuni spot per la Reebok, intitolati Peace on Earth

Videografia consigliata

• Annie Lennox – “Why?” (1992)
• No Doubt – “Don’t Speak” (1996)
• Blur – “Song 2″ (1997)
• Garbage – “When I Grow Up (Live version)” (1998)
• Garbage – “The Trick Is To Keep Breathing” (1998)
• Garbage – “When I Grow Up (US version)” (1999)
• No Doubt – “Simple Kind Of Life” (2000)
• Nelly Furtado – “Turn Off The Lights” (International Edition) (2000)
• Coldplay – “In My Place” (2002)
• Pink – “Family Portrait” (2002)
• No Doubt – “Underneath It All” (2002)
• The Killers – “Mr. Brightside” (2004)
• Maroon 5 – “She will be loved” (2004)
• Garbage – “Why Do You Love Me” (2005)
• Garbage – “Bleed Like Me” (2005)
• Garbage – “Sex Is Not The Enemy” (2005)
• Garbage – “Run Baby Run” (2005)

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