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C’era una volta la torre…

C’era una volta la torre…

Il viaggio
Lo straordinario mondo di I custodi del Maser è prima di tutto il mondo di una saga di fantascienza. Nonostante questo, molti elementi del racconto si rifanno al genere fantasy: primo fra tutti il tema del viaggio, che rotorna in ogni volume. I protagonisti sono tutti alla ricerca della fantomatica “torre”, trovata la quale sembra sia possibile ricostruire la storia del pianeta su cui si trovano e di cui non ricordano nemmeno il nome… Oltre al viaggio fisico assistiamo anche al viaggio interiore che compiono i vari personaggi, maturando e comprendendo se stessi: il vecchio Zerit con il suo passato, Fango con il suo amore per Tyta, Erha con il suo destino. Tanti percorsi diversi, tutti con un’unica meta.

Fascino visivo
I disegni sono la prima cosa che cattura l’attenzione del lettore, colpendo per la loro sconvolgente bellezza. Il tutto è realizzato con tecnica mista che ha richiesto lunghi periodi di lavorazione. Frezzato costruisce molto con il colore, che non si limita a riempire il segno, ma lo sorregge e gli dà vita. Nonostante la dovizia di particolari non si ha mai la sensazione di non capire qualcosa. Tra i vari volumi ci accorgiamo dei cambiamenti apportati dal disegnatore, che compie grossi salti stilistici all’interno del percorso narrativo. Il primo è il più dettagliato e gioca tutto su contrasti plastici e materici. Il secondo ha contrasti più tenui e maggior ricerca nel colore. Il terzo ha toni più caldi, più intensi ed è ancor più lieve. Tutti e tre ruotano attorno ai bruni e a uno stile di fondo comunque simile. Nel quarto volume abbiamo un grosso cambiamento: le tinte sono scurissime e lo stile meno ricercato, più di getto, anche perché su una carta più porosa. Il quinto segna un ritorno a maggior varietà cromatica e leggerezza, anche nel tratto. Il sesto è un’apoteosi di luce e colori. In alcuni punti di questo volume emergono anche monocromie di grigi, con pochi altri colori forti, come il rosso, per i passaggi più drammatici e riflessivi, maturandone poi l’utilizzo pieno assieme ai viola e ai magenta nel climax emotivo del volume.

Una sceneggiatura zoppicante
Se dal punto di vista grafico sconvolge, non si può dire lo stesso per quanto riguarda la sceneggiatura. Nei primi due numeri lo spazio riservato ai dialoghi è molto minore rispetto a quello concesso ai disegni (sebbene il tutto trovi parziale giustificazione nella strutturazione del lavoro e nella formazione dell’autore). Nel terzo la storia ingrana un ritmo di marcia più convincente e riesce a coinvolgere maggiormente il lettore, grazie anche all’ingresso come collaboratore alle sceneggiature del francese Nikita Mandrika. Ma è negli ultimi due volumi, specialmente nel sesto, che possiamo veramente parlare di una storia, con le rivelazioni sul passato del pianeta e l’approfondimento delle vicende emotive dei personaggi.

Conclusioni
Nonostante alcune incertezze a livello narrativo, comunque parzialmente superate col passare del tempo, vale davvero la pena leggere quest’avventura. Il talento grafico di Massimiliano Frezzato è indubbio e vi lascerà semplicemente a bocca aperta.

Curiosità
Alla fine dei volumi 2 e 5 sono presenti approfondite schede sul mondo dei Custodi e sui personaggi. Affiancando le copertine dei volumi si forma un lungo diorama con i protagonisti della saga.

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