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Venezia: Giorno 6 – Ferrara, Turturro e Faenza

John TurturroTre film in concorso nella sesta giornata della Mostra del Cinema di Venezia. E finalmente le acque si muovono. Mary di Abel Ferrara e Romance & cigarettes di John Turturro hanno infatti il merito di sollevare la media delle pellicole in Concorso, dimostrando se ce ne fosse bisogno l’acume e l’intelligenza dei due autori americani. Il primo film italiano invece, I giorni dell’abbandono, si rivela un’autentica delusione.

Iniziamo da Mary. Abel Ferrara ha lavorato duramente sul testo di questo film, modificandolo profondamente non solo durante le riprese, ma anche in fase di montaggio. Juliette Binoche è un’attrice che interpreta Maria Maddalena in uno sconvolgente film sulla vita di Cristo. Ma le vite più sconvolte saranno proprio quelle della Binoche, del regista del film e di un giornalista che ne segue le (dis)avventure. La pellicola è rigorosa nella sua ricostruzione religiosa, inizialmente contorta ma risolutoria grazie a un intenso finale. È un Ferrara riflessivo, non banale né consolatorio, quello che si presenta a Venezia con un accredito almeno per un premio nella serata finale.

Romance & cigarettes è probabilmente a oggi la più gradita sorpresa vista al Lido. La terza regia di John Turturro è un musical dal cast straordinario. James Gandolfini, Susan Sarandon, Christopher Walken, Kate Winslet e Steve Buscemi si divertono e fanno divertire tra commedia e dramma, dialoghi e canzoni. Susan Sarandon scopre che il marito (Gandolfini) ha un’amante (Winslet). Da lì un continuo divenire di situazioni che, senza mai perdere il ritmo della narrazione, portano a un drammatico finale. Gandolfini in particolare è straordinario nell’interpretazione di un uomo di mezza età alla ricerca di se stesso, mentre la trivialità di Kate Winslet è talmente eccessiva da non essere mai volgare. Sarebbe una scelta coraggiosa da parte della giuria consegnare il premio nelle mani di John Turturro, ma il film del regista newyorkese può essere considerato fino a ora il più innovativo e intenso tra quelli passati in concorso.

I giorni dell’abbandono, l’attesa pellicola di Roberto Faenza, si è invece rivelato una delusione da tutti i punti di vista. Sonoramente fischiato in sala, si tratta del solito film medio italiano che finisce per essere mediocre. Una donna, interpretata da una scialba Margherita Buy, viene abbandonata dal marito e deve ricostruirsi la vita con i figli. La sceneggiatura è il vero punto debole del film. Non solo dialoghi deboli e personaggi poco consistenti, ma anche incredibili sviste temporali e situazioni al limite del risibile, fanno di questa pellicola un inutile riempitempo. Stupisce la caduta di Faenza, che in altre occasioni ha decisamente saputo fare meglio, ma stupisce ancor di più la scelta dei selezionatori della Mostra, che hanno portato in Concorso un film come questo. Per fortuna però in Italia non ci sono solo Battiato e Faenza. Segnalo infatti, nella sezione della Settimana della critica, Mater natura, opera prima di Massimo Andrei, una storia transgender coloratissima, forse un po’ ingenua ma di sicuro impatto.

Oggi in concorso vedremo O fatalista, del regista portoghese Joao Botelho e Vers le sud, del francese Laurent Cantet.

I film in concorso

Mary
di Abel Ferrara
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Romance & cigarettes
di John Turturro
*********

I giorni dell’abbandono
di Roberto Faenza
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