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Diario da Locarno: Day 8

Antonio CapuanoIl nuovo film del napoletano Antonio Capuano (Luna Rossa, Polvere di Napoli, I Vesuviani), in concorso al Festival di Locarno, era molto atteso da pubblico e critica. Non ha deluso le aspettative. Nuovamente ambientato a Napoli, La guerra di Mario racconta le difficoltà incontrate da un coppia borghese (brava la Golino ma non sfigura Andrea Renzi) nel tentativo di adottare un ragazzino difficile, allontanato dalla famiglia a causa delle violenze subite. Il volto di Mario è quello di Marco Greco, giovanissimo interprete scovato da Capuano dopo una meticolosa ricerca nelle scuole napoletane. Mario rappresenta l’esperienza di una storia vera, di un bambino a cui viene offerta la presunta normalità di una famiglia agiata, ma che è abituato alle regole di vita della strada, dove è nato e vissuto. Il film procede per accumulo di situazioni, di cui si mostra sempre l’apice drammatico, ma mai la vera risoluzione.
Così avviene anche per l’intera vicenda di Mario. Il film lavora ottimamente sia sul piano emotivo, nell’affresco del difficile rapporto madre e figlio, sia nei confronti delle istituzioni, spesso delle vere e proprie corazzate che si stagliano contro gli sforzi degli aspiranti genitori. Per tre volte durante il film lo scorrere della pellicola si ferma e le immagini sfumano in un bianco e nero che ne esalta la drammaticità, mentre la voce di Mario inizia a raccontare degli episodi di guerra (non solo di Napoli) in cui i bambini sono involontari testimoni o responsabili precoci. La guerra di Mario ci ricorda che in ogni momento, in qualche parte del mondo, un bambino viene privato del suo diritto all’infanzia e gettato in mezzo a una guerra vera.

La seconda pellicola in concorso è l’indiano Antarmahal – Views from the inner Chamber di Rituparno Ghosh (già presente a Locarno negli anni passati con Chokher Bali). Un uomo ricco decide di far costruire una statua di una dea che presenti le sembianze della regina Vittoria, in quel momento sovrana dell’India (siamo nel 1878), sicuro di ingraziarsi così i favori di Sua Maestà. Uno scultore viene chiamato a palazzo per compiere il lavoro, ma l’arrivo di quest’uomo turba le due mogli del padrone, frustrate da un rapporto impari e dalla continua e inutile ricerca di avere un erede.
Prodotto raffinato, visivamente apprezzabile e denso di tradizioni, Antarmahal è un prodotto classico di Bollywood, l’enorme industria cinematografica indiana, che proprio la direzione locarnese di Irene Bignardi ha contribuito a sdoganare a seguito del kolossal Lagaan (fuori concorso è stato presentato il nuovo film della star indiana Aamir Khan). Qui sembra ormai di trovarsi di fronte a un epilogo finale dei temi trattati nel lustro di direzione Bignardi. Non a caso, oltre Bollywood, i temi che spesso hanno contraddistinto i film del concorso internazionale sono stati i rapporti femminili e le assenze di figure maschili.

I film di oggi

La Guerra di Mario
Regia di Antonio Capuano
Italia
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Antarmahal – Views from the inner Chamber
Regia di Rituparno Ghosh
India
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