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Intervista: Claudio Braggio e Cristina Storaro

Al centro Claudio Braggio e Cristina Storaro
Cristina Storaro e Claudio Braggio sono rispettivamente presidente e vicepresidente dell’ass. culturale Commedia Community. Li abbiamo incontrati sul set del videoclip degli Yo Yo Mundi “L’ultimo testimone”, risultato finale del loro corso di regia televisiva e videoclip organizzato ad Alessandria con il supporto dell’associazione Cultura e Sviluppo. Un’importante inziativa per la formazione tecnica, la produzione e la promozione del videoclip in Italia. Un modello da imitare.

Claudio Braggio (al centro)
Il corso di regia televisiva e videoclip è quasi giunto al termine. Per voi è la seconda esperienza, dopo la prima dedicata al cortometraggio. E’ stata un’esperienza positiva? Quali sono state i giudizi degli allievi? Avete in programma di proseguire l’esperienza, di perfezionarla?

Cristina – L’esperienza è stata più che positiva, abbiamo costruito una solida base per il futuro. Il maggior riconoscimento è venuto proprio dai partecipanti al corso, alcuni dei quali hanno scelto di seguire per il secondo anno il corso. Lavorando per tanto tempo alla NUCT – Nuova Università del Cinema e della Tv di Roma – ho imparato che la maggior soddisfazione per allievi e docenti è testare sul campo pratico l’insegnamento, applicandolo a prodotti che abbiano una visibilità. Il mio sogno è di poter costruire una scuola stabile in Piemonte, magari specializzata proprio nelle nuove forme di audiovisivi.

Claudio – Questo tipo di esperienze arricchisce molto, perché ogni volta ci mettiamo in gioco con una scommessa, ovvero quella di trasformarci tutti quanti in collaboratori di uno stesso progetto; e non mi riferisco soltanto alla prova pratica di fine corso, che per quasi tutti è il primo confronto con un progetto audiovisivo, inseriti in una vera propria troupe che vuol realizzare un prodotto credibile. Non abbiamo allievi, bensì degli associati suscettibili di diventare collaboratori ai quali cerchiamo di trasmettere le conoscenze che abbiamo acquisito. Ricordo l’atteggiamento che tennero con me Marco Ponti e Lucia Moisio , ai quali consegnai una sceneggiatura per essere ammesso ai corsi della Scuola Holdenche, che venne da loro considerata interessante ed a me pareva buona, ma alla fine del percorso ero in grado di vederne tutti i punti deboli. L’intenzione di proseguire l’esperienza c’è sempre stata, ma siamo pronti a far tesoro di ogni iniziativa per migliorarla e quanto ai cambiamenti, sono convinto che le formule full-immersion arricchite da periodici incontri di aggiornamento siano meglio degli incontri a cadenza.

Che tipo di supporto ha fornito il corso all’allievo: organizzativo, tecnico, culturale? Quali sono stati sinteticamente i passaggi del percorso formativo?

Claudio – Parlo essenzialmente di tecniche narrative, cercando di non fare alcuna esclusione, e se pure debbo privilegiare alcuni aspetti che sono più attinenti allo specifico di cui stiamo trattando, offro comunque degli orizzonti più ampi, toccando aspetti tecnici che riguardano la letteratura, il teatro, la poesia, che è importantissima per uno sceneggiatore che voglia saper descrivere al meglio azioni ed emozioni, ma senza dimenticare i territori di contaminazione come la pittura, la scultura, la danza e la musica, che però in questo caso era assolutamente contestuale. Nella brevità degli incontri si trattano molti argomenti, ma gli obiettivi sono sempre due, ovvero quello di arrivare a realizzare un primo prodotto audiovisivo e poi quello di avviare un percorso di continuo scambio culturale, di reciproco arricchimento, perché noi siamo soprattutto un‘associazione culturale e tendiamo a consolidare i rapporti fra gli associati.
Una foto dal set
Cristina – Abbiamo fatto conoscere ai ragazzi come funziona una trasmissione televisiva, come si scrive, come si realizza un prodotto video dall’idea alla realizzazione pratica completa, dalla sceneggiatura alla produzione, alla regia. Il percorso terminerà al montaggio. Hanno conosciuto e lavorato con grandi professionisti della scena attuale.

Quali fonti di finanziamento hanno reso possibile il vostro progetto? In generale queste iniziative didattiche, culturali e formative sono facili da proporre per ottenere finanziamenti da parte di istituzioni e sponsor? Che ruolo ha avuto la Mescal nel progetto?

Cristina – L’associazione vive di quote associative, che teniamo molto basse, e quindi di aiuti e sostegni che in massima sono frutto di accordi di collaborazionie con altre strutture e per quanto riguarda il capitolo delle richieste di finanziamento questo è stato aperto anche con le Istituzioni, confidando in risposte positive non soltanto in termini economici. La Mescal è l’etichetta discografica degli Yo Yo Mundi ed insieme a loro si è risolta la questione dei diritti della canzone ed inoltre collabora per quanto concerne la comunicazione degli eventi.

Claudio – Credo che in Italia debba esser fatta una seria e profonda riflessione in merito agli aiuti per la divulgazione culturale ed il sostegno all’arte in genere, specialmente per quanto riguarda le associazioni culturali che operano soprattutto sul territorio, a patto che offrano iniziative e prodotti di livello qualitativo medio o medio-alto e siano in grado di attrarre seri professionisti di settore; anzi non sarebbe male se in ogni Regione e magari anche in ciascuna Provincia si istituisse una sorta di “Borsa dei Progetti“ con denaro messo a disposizione da Enti Pubblici e Privati, riconoscendo ai mecenati consistenti sgravi fiscali in virtù del loro utilissimo apporto.

A riprese ultimate, avete già contatti per inserire il video nella programmazione di alcune emittenti videomusicali italiane? In generale quale sarà la vostra attività di promozione e distribuzione?

Claudio – Prima di iniziare a girare sono arrivate alcune richieste per proiettare il videoclip nel corso di eventi che saranno appositamente organizzati e quindi già ora saremmo in grado di organizzare una piccola tournée; inoltre ci sono concorsi e rassegne a cui si potrebbe partecipare; ma consideriamo che i prodotti saranno due, contando le riprese del backstage.

Cristina – Inoltre abbiamo contatti con le reti musicali, ma aspettiamo di vedere il prodotto finito.

La vostra iniziativa sembra veramente interessante, soprattutto per dare vivacità a una dimensione provinciale per ovvi motivi culturalmente meno in fermento rispetto alle realtà metropolitane. Può costituire un modello da proporre ad altre realtà italiane?

Cristina – Penso che una persona che come me proviene dalla realtà romana, possa contribuire a costruire un modello più agile e efficace di formazione, senza le lungaggini burocratiche della capitale. Lavorare in centri piccoli ha i suoi vantaggi: tempi di spostamento praticamente nulli, permessi e agevolazioni produttive, ottime location naturali e architettoniche. Mancano però i tecnici specializzati del settore, che spesso nelle nostre produzioni provengono da Roma o Milano. Mi riferisco soprattutto agli operatori, direttori della fotografia e tecnici del suono.

Claudio – Non esageriamo con l’immaginare l’esportazione di modelli, poiché abbiano semplicemente messo a frutto alcune esperienze maturate e ci siamo posti l’obiettivo di rendere concrete le azioni intraprese, considerando soprattutto il livello di adattamento al territorio ed alla realtà culturale. Nella provincia di Alessandria, dove principalmente operiamo, l’audiovisivo sembra richiamare un interesse diffuso, ma sino ad ora da queste parti si sono registrate soprattutto molte iniziative amatoriali finalizzate alla realizzazione di audiovisivi da proporre solamente al pubblico della zona; anche se occorre ricordare che alcuni prodotti professionali sono stati girati, ma sempre ad opera di produzioni cinematografiche esterne. Comunque, si tenga conto che Commedia Community è interessata ad attivare collaborazioni o anche semplici scambi di esperienze con altre associazioni.
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Sappiamo che avete nel cassetto alcuni progetti: che cosa ci potete anticipare?

Claudio – Che vi sarà una seconda edizione del corso di regia televisiva e videoclip è pressoché scontato, ma c’è la possibilità di riprendere il percorso per la realizzazione di cortometraggi di finzione. Confido molto nella possibilità di organizzare delle giornate di studio e approfondimento sulle tecniche di narrazione, con particolare riferimento alla commedia naturalmente, arricchite da proiezioni e momenti di spettacolo rivolte a tutto il pubblico. Lo spirito pratico anima le nostre azioni.

Cristina – Quello su cui siamo concentrati sono seminari teorico-pratici e prodotti audiovisivi innovativi: il videoclip a questo scopo mi sembra un ottimo strumento.

Che ruolo possono avere le riviste on-line nella promozione di queste iniziative?

Cristina – Internet è il mezzo di comunicazione ormai più diffuso. A tale scopo le riviste on-line garantiscono un tam tam comunicazionale senza frontiere. Credo molto in questa forma di passaparola telematico.

Claudio – Stiamo parlando di uno strumento futuro che però è già presente. Intendo dire che dovremmo considerare da ora la possibilità di realizzare prodotti audiovisivi adatti per questo nuovo strumento di diffusione. Inoltre ritengo che si potrebbero estendere le giornate di studio, proseguendo il rapporto instaurato nel corso dell‘evento. Tuttavia tutti noi abbiamo poco tempo a disposizione e vi sono difficoltà connesse con la gestione di troppi spazi di confronto. Ritengo che sarebbe utile aprire un dibattito sulle regole per la gestione e poi darsi da fare per far crescere la fruizione di prodotti audiovisivi di qualità su internet.

Come si inserisce la vostra attività di associazione culturale all’interno del Festival Internazionale Lavagnino, nella vicina città di Gavi?

Claudio – Stavano organizzando la seconda edizione di Gavi Musica e Cinema quando venni contattato da Luciano Girardengo, uno dei due direttori artistici del festival, il quale mi chiese se potevo collaborare per favorire la crescita dell’iniziativa e così sono sempre stato attivo a Gavi portando quali ospiti alcuni amici come lo scenografo Carlo Leva, quello dei film di Sergio Leone, e poi il prof. Mario Verdone, il primo ad avere una cattedra di cinema in Italia (sì, il padre dei registi Carlo e Luca), ma anche amici filmakers dei quali si sono proiettati cortometraggi (anche quelli di cui ho firmato la sceneggiatura), e poi ho presentato libri di vari autori ed infine lo scorso anno l’amico Stefano Della Casa, l’altro direttore artistico del festival, mi ha fatto l’onore di presentare il poderoso volume “Ed è subito sera”, pubblicato da Kinesis col sostegno di Università di Bologna e Cineteca di Bologna, che contiene anche un mio saggio ed una mia sceneggiatura per un lungometraggio che dubito si farà mai, ma che sta circolando come buon esempio di come si traspone un romanzo in sceneggiatura.

Cristina – Mi fa piacere constatare che quello con Gavi Musica e Cinema è un rapporto in costante cresciuta e per l‘edizione 2006 abbiamo già in mente di organizzare insieme un’assoluta novità, di cui daremo annuncio in Settembre, credo.

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