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cultura dell'immagine e della parola

Il Nonno, il caldo e la Tv

C’è poco da fare. Luglio, per la critica televisiva è il più classico mese di vacche magre.
La densità del palinsesto, prossima a quella dell’elio per i palloncini, rende vano ogni tentativo di analisi di qualsivoglia format. E poi ci sono le belle giornate e le feste della birra, e il lettore magari non ha voglia di stare a casa a vedere quello che gli consigli.
Meglio offrire un po’ di evasione. Un articolo abbastanza leggero, di taglio narrativo. Uno svolazzo di Pindaro che duri giusto il tempo di un tè freddo.
In più, se la storia è interessante, non è detto che non ci faccia anche riflettere.

Ad esempio, la storia che vi racconto io è legata a temi ritenuti cruciali in questi anni. Cose di cui hanno parlato dei grandi, come il filosofo Popper in Cattiva maestra televisione (Editore Donzelli, 1996) o l’accademico Sartori in Homo videns (Editori Laterza, 1997).
Entrambi sostengono che bisogna stare attenti alla fruizione della Tv da parte dei bambini, perché si tratta di un medium con un effetto di realtà molto pronunciato, che può indurre a uno sviluppo deviato del fanciullo, confondendogli le idee o peggio rendendolo inabile al pensiero astratto.
Io non mi addentrerò ai primi di luglio in discorsi tanto complessi (magari ne parliamo in autunno). Però provo a offrirvi un piccolo spunto buono per i pomeriggi sotto l’ombrellone: non è che i più esposti a questo genere di distorsione, in realtà, sono gli anziani?
In fondo i bambini con la Tv ci sono nati, per loro è un elettrodomestico come tanti. Le persone di una certa età, invece, se la sono vista comparire in salotto come il monolito di 2001 Odissea nello spazio. Mi viene il sospetto che questo sia uno shock culturale ben più potente di quello che subiscono quotidianamente i fanciulli di fronte ai cartoni animati giapponesi.
Se poi gli stessi autori televisivi non tengono conto della fruizione del pubblico over 65, si corre anche il rischio di far male alle persone.

Come promesso, vi illustro meglio la mia posizione attraverso una storiella godibilissima.
L’altro giorno ho telefonato al Nonno, che io considero a tutti gli effetti un supereroe. Per darvi un idea del soggetto: ha novantatre anni, è assolutamente autosufficiente, cammina per i monti come uno stambecco, si è passato due guerre mondiali, ha attraversato la Russia a piedi, è sopravvissuto senza lamentarsi a due anni di campo di prigionia e una volta lo hanno operato con un bisturi arrugginito ricucendogli la faccia col filo delle calze. Il tutto senza che gli sfuggisse mai un lamento. Tra l’altro, ha una cultura invidiabile e legge più libri di me.
Insomma, stiamo parlando di un pezzo pregiato di umanità.
Ecco, l’altro giorno ho chiamato l’inaffondabile Nonno e ho sentito che era giù di morale.
Mi ha detto: «Fa troppo caldo, alla televisione dicono che le persone anziane muoiono».
E io ho esclamato: «Ma Nonno, ieri ha anche piovuto. Non fa poi così caldo! E comunque tu mi hai raccontato tante volte di quando andavi a imbiancare le case in agosto e non avevi neanche bisogno di un bicchiere d’acqua per lavorare sei ore».
Incredibilmente, lui ha insistito: «Ma allora non guardavo mica il termometro. E poi al telegiornale hanno parlato della signora che a Bolzano ha avuto un collasso e non si è più rialzata. Mi sa che anche per me è arrivata l’ora di chiudere bottega».
Io a quel punto ero sbalordito e pensavo che mai dal Nonno mi sarei aspettato una reazione simile. Alla tristezza è subentrata immediatamente una profonda inquietudine: alla Tv dicono che in questo periodo chi rischia per il caldo sono i [img4]bambini e gli anziani. Però quelli che stanno male sono solo gli anziani. Sarà mica che i bambini non collassano solo perché non hanno visto il telegiornale?

Mi sono tenuto dentro l’angoscia per tre giorni. Poi il Nonno mi ha telefonato.
Aveva la voce squillante ed è partito alla velocità della luce:
«Marco, hai visto la cronometro del Tour de France? Cinquantacinque all’ora di media, roba che neanche i motorini ce la fanno! E Armstrong avrebbe anche fatto anche meglio se all’inizio non gli scappava il piede dal pedale!».
Era tornato il Nonno di sempre.
Totalmente rincuorato dal suo ritorno alla luce, ho provato a chiederglielo:
«Ma non hai caldo?»
E lui: «No, oggi non ho seguito il telegiornale. Ero appena tornato da una passeggiata e volevo farmi una doccia prima che iniziasse la tappa».

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