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Dal cinema interattivo alla Playstation 2

Copertina del videogameMentre l’esperienza videoludica si avvicina sempre più al cinema per qualità d’immagine e complessità narrativa, il cinema tende a sua volta ad assumere in modo sempre più massivo tecnologie e strategie produttive. Con l’inizio del nuovo millennio siamo stati testimoni di una silenziosa rivoluzione copernicana, una collisione di due mondi che fino a pochi anni fa sembravano inavvicinabili mentre ora rischiano di (con)fondersi.
Le visioni che avevano affascinato le menti dei futurologi negli anni settanta a proposito del cinema interattivo, dove lo spettatore poteva diventare un demiurgo capace di scegliere lo sviluppo narrativo della sceneggiatura in tempo reale, sembrano essere definitivamente abbandonate, almeno per quanto riguarda il supporto cinematografico. L’esperienza di egocentrismo interattivo-narrativo poneva seri limiti all’ontologia della fruizione cinematografica, insolubilmente passiva e collettiva, creando l’impossibilità di una scelta esclusiva sulle modifiche, Una scena del videogame TCoRcontribuendo ad allontanare dal buio della sala lo spettro dell’interattività.
Questo ectoplasma ha trovato il suo tempio nelle consolle di ultima generazione, Playstation, Xbox e affini, dove l’interazione uomo/storia sembra aver trovato la propria terra promessa.
Uno schermo al plasma, un impianto Dolby Surrund 5.1, un joypad analogico e una comoda poltrona sono in non-plus-ultra dell’immersione ludica all’interno di una narrazione di fiction, in attesa delle bio-connessioni ipotizzate nel sogno/incubo eXistenZ di David Cronenberg.
Non casualmente un titolo che potrebbe essere considerato pietra miliare di questa rivoluzione digitale è Apocalypse, videogioco interpretato da un Bruce Willis da poco salvatore della terra in Armageddon. All’alba del 1998 già molti film avevano avuto un proprio gemello clonato che permettesse agli spettatori di impersonare i panni del loro eroe cinematografico, per la prima volta un attore ha prestato il suo corpo per generare un attore virtuale. Bruce Willis è stato virtualizzato in 3D attraverso una scansione totale della sua corporatura e dei suoi movimenti. La motion-capture ha quindi permesso di poter gestire direttamente dal joypad le azioni del protagonista del videogame.
Apocalypse ha aperto la strada ad un’invasione di attori virtuali Una scena del film eXistenZimpossibili da contenere sia in direzione del cinema, sia del videogioco. Apice di questo nuovo mondo (cyberspazio per citare Gibson) è la saga di Matrix, in cui la pixellizzazione del corpo dell’attore, nonché la virtualizzazione della trama, assume il vertici mai raggiunti prima. Il corpo di Neo e di Trinity è in realtà un insieme di dati gestiti dalla matrice, quindi a tutti gli effetti sono gli sprite (termine da programmatore per definire le animazioni che compongono un personaggio di un videogioco) di un programma globale. L’esperienza videoludica viene estesa a Enter the Matrix in cui la narrazione della saga (quindi non limitata ai tre episodi cinematografici) viene allargata e completata da elementi necessari per comprendere a fondo le trame nascoste sotto le illusioni della matrice. Il corpo degli attori di fonde pertanto in un nuovo tipo di esperienza che non ha più un’esclusiva appartenenza al cinema o al videogioco, ma che ne fonde elementi eterogenei e crea una nuova forma mutante dalle potenzialità ancora sconosciute.
[img4]Analogamente accade con la saga shot‘em up di Vim Diesel iniziata con il gioiello a low-budget Pitch Black e proseguita con The Chronicle of Riddick, sontuoso e carissimo spot promozionale del videogioco The Chronicles of Riddick: Escape from Butcher Bay. In senso opposto ha viaggiato invece il giapponese Hironobu Sakaguchi padre della serie Final Fantasy, che con The Spirit Whithin ha portato in pompa magna sul grande schermo le atmosfere tipiche del videogioco, l’impossibilità di interagire coi personaggi come nel videogioco ne fa perdere la magia che li contraddistingueva, un po’ come se fosse una sigla di quasi due ore al nuovo gioco.

L’ibridazione fra tecnologie ha appena cominciato a dare i suoi frutti ma quelli che saranno i suoi risultati tra alcuni decenni nemmeno Cassandra potrebbe immaginarli, siamo curiosi di conoscerli e apprezzarli. Per quanto riguarda Noi, affascinati ancora dallo scorrere frusciantemente analogico della pellicola in una sala cinematografica un po’ polverosa, apprezziamo ancora di recepire in modo passivo la storia che il regista/narratore vuole raccontarci la sua storia, confidiando che l’essere/cinema non soccomba all’interattività come gli analisti/stregoni avevano profetizzato in un passato non più molto recente.

Game over. Insert coins.


Siti di interesse:

www.enterthematrixgame.com
www.activision.com/games/apocalypse
www.riddickgame.com
www.finalfantasy.com

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