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cultura dell'immagine e della parola

Vangelo e Passione Pag. 4

Di blasfemia, oltraggi e mercanti del tempio

Non dimentichiamoci che se l’accusa di blasfemia e di oltraggio (alla religione cattolica, alla morale, etc., etc.) era lo sport preferito di tanti, anni fa, nei confronti di Pier Paolo Pasolini (e nel caso del Vangelo, la prima proiezione a Venezia nel settembre del 1964, fu accompagnata da sputi e insulti dei soliti fascisti) il film di Gibson non solo (ed è un’eccezione nei confronti di film anche solo ispirati a Gesù, valga per tutti il caso Scorsese) non è accompagnato da nessuna presa di posizione ufficiale dalla Chiesa, anzi molti elogi sono venuti proprio dal mondo cattolico (fino alla paradossale frase attribuita al Papa in persona), ma addirittura in Italia il film esce senza nessun divieto.
Una cosa che fa riflettere.
Ma come, le fantomatiche associazioni sempre pronte a impallinare la prima pellicola che mostra mezza tetta o mezza canna, autrici delle più incredibili idiozie mai lette negli ultimi anni, non si scompone se un ragazzino di otto anni ha la possibilità di beccarsi ore due di ogni genere di violenza, registrata da una macchina da presa che non si perde neanche uno schizzo di sangue, se no la valenza teoretica del film sembra vada a scatafascio?
Forse il problema è che molti spettatori sono appunto i ragazzini.
Ma chi era che diceva: «Ma chi avrà scandalizzato uno di questi piccoli che credono in me, meglio per lui sarebbe che gli fosse appaesa al collo una macina da mulino e fosse gettato in fondo al mare» ? Non era lo stesso Gesù?
D’altronde a visitare il sito del film con merchandising incluso (chiodi della croce a decine di dollari e altre simpatie), viene un altro dubbio.
Non era sempre Cristo a indignarsi con estrema violenza contro i mercanti del tempio, conto chi faceva di una casa di preghiera un covo di ladri?
E chi fa del merchandising di questo tipo, come lo vogliamo chiamare?

Outro

Tra le riflessioni fondamentali sul Trascendente nel cinema, non si può non far riferimento a Paul Schrader e al suo Transcendentel style in film.
Il primo requisito, la prima fase dello stile trascendentale è il quotidiano. Inteso come la rappresentazione meticolosa dei luoghi comuni, smorti, banali, della vita quotidiana.
Una modalità che data una scelta di inflessioni preferisce il monotono o data una scelta di suoni preferisce il silenzio e, ancora, data una scelta di azioni preferisce la serenità.
Date queste premesse è ancora Pasolini a rispettare le condizioni (monotonia, silenzio, serenità) quando al contrario il quotidiano gibsoniano maschera solo il più bieco e rozzo stile spettacolare della peggiore Hollywood.

Quanto di più lontano può esserci per esprimere il Sacro, il Divino, il Trascendente.

• Vai all’intervista a Yasha Reibman, portavoce della comunità ebraica di Milano.

• Vai alla recensione di Il vangelo secondo Matteo.

• Vai alla recensione di The passion.

• Vai alla recensione di L’ultima tentazione di Cristo.

• Vai allo speciale su Gesù nella storia del cinema.

• Vai allo speciale su Pasolini e il Vangelo di Matteo.

• Vai all’ intervista a Don Aleardo .

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