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Il diavolo e il crocevia

Il diavolo e il crocevia


Negli Stati Uniti c’è una leggenda che racconta di un chitarrista di colore, Robert Jonson, che una notte del 1931, al crocevia “dove la 49 incrocia la Old 61”, nello stato del Missisippi, incontrò il diavolo, e gli chiese di stregare la sua chitarra in cambio della sua anima. Il giorno successivo si recò in una radio di Tishomingo e lì nacque il blues.
A Tunica, al “Tishomingo Lodge&Casino”, settant’anni dopo, Dennis Lenhan, tuffatore acrobatico che si tuffa da venticinque metri in una piscina che da lì sopra sembra delle dimensioni di un quarto di dollaro, dall’alto della sua piattaforma assiste ad un omicidio. Da quel momento è catapultato in un mondo parallelo e surreale, dove solo i suoi nervi d’acciaio, da uomo che rischia la vita due volte al giorno, gli possono permettere di uscire indenne. Almeno questo è quello che sostiene Robert Tailor, gangster negro cool e quieto, appassionato di blues.
Robert si porta dietro una scorta ben fornita di personaggi: un gangster italiano, Germano Cesare Mularoni, autoritario ed incazzoso, un messicano di sangue indiano, “Tonto”, e un messicano di Detroit, Hector.
Perché questi personaggi sono venuti fino a Tunica da Detroit? Apparentemente per partecipare alla rievocazione di una battaglia della guerra civile americana. In realtà per sottrarre un florido traffico di stupefacenti a quella che si fa chiamare la “mafia sudista”, un insieme di bifolchi nostalgici della bandiera confederata e dei lenzuoli bianchi del K.K.K.
A cornice di questa intricatissima matassa stanno le donne, reali e mature, che sembrano uscire dalle pagine del libro per avvolgerti con il loro odore. Queste osservano l’intricato movimento degli uomini per uscire allo scoperto solo quando sanno che potranno ricavarne un vantaggio. Più che amanti, madri che guardano giocare i loro figli, e che dopo che si questi sono sfogati, vanno a recuperare i pezzi.
Il romanzo è musicale e scorrevole, ti fa immergere nel suo mondo costruito alla perfezione, dove le realtà si muovono su più piani che si sfiorano continuamente, ma solo alla fine si incontrano, in quel crocevia in cui i sopravvissuti dovranno decidere se vendere l’anima al diavolo.
L’autore è Elmore Leonard, di lui un anonimo scrisse negli anni ’90 “stavo per suicidarmi, poi ho scoperto che Leonard aveva scritto un altro romanzo”. Grande dialogista, a ottant’anni riesce sempre a seguire i cambiamenti della società e a farli trasparire nelle pagine delle sue opere. Tra le altre cose ha scritto anche romanzi come “Rum Punch”, divenuto poi Jackie Brown con Tarantino, e “Cuba Libre”, che ha ispirato Fargo dei fratelli Cohen.
Traduzione di Wu Ming 1.

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