hideout

cultura dell'immagine e della parola

Che cos’è Cremaster?

Intro


Immaginate di poter costruire una raffigurazione totale della storia dell’uomo attraverso un film dagli echi epici, quasi religiosi. Immaginate di potere assistere alla fondazione di una nuova cosmogonia americana dai toni pagani. E infine immaginate che al centro di questo universo visionario ci sia un solo muscolo interno al corpo umano. Il grilletto del desiderio e dell’energia vitale.

Il cremaster.

State ancora immaginando?

Matthew Barney
Ora pensate ad un personaggio fuori dal normale. Un uomo sulla cinquantina, ex modello, ex giocatore di football, ora regista tra i più accreditati sulla scena dell’arte contemporanea. Quest’uomo si chiama Matthew Barney, autore del monumentale progetto di Cremaster (1994); ed è un vero e proprio mostro divoratore di qualsiasi forma di produzione culturale che sia mai stata ideata dall’uomo. Dalle incisioni rupestri sulle pareti di una caverna neanderthaliana, alla realizzazione di futuristiche installazioni d’ingegneria edile nelle metropoli contemporanee, il suo bestiale appetito passa per la via principale della mitologia culturale americana per eccellenza, il cinema contemporaneo. Dotato di una fame insaziabile che ingurgita e sintetizza lavori altrettanto visionari (da Lynch a Cronenberg, da Clive Barker a Romero e da Coppola a Kubrick) e che una volta digeriti li ritraduce in scioccanti immagini, allusioni visive, metafore palesi ma criptiche allo stesso tempo, Barney trova la sua unicità e preannuncia di segnare un passo significativo nel mondo dell’arte.

Un’opera già vista? Un semplice minestrone di generi riproposto rimescolando gli ingredienti?
È presto per rispondere. Forse no. Abbiamo infatti dimenticato di descrivere una cosa importantissima, l’elemento che tiene tutta l’opera dell’artista americano, la ghiandola pineale che genera l’energia in grado di tenere in vita l’intero universo.

Il cremaster.

Per capire cos’è il cremaster per prima cosa provate ad uscire da quell’alone di saccenza che avvolge il classico critico cinematografico pseudo intellettuale.
In secondo luogo rimuovete dalla testa certi simboli fallici e tutte le allusioni a livello di eroticità che forniscono stimoli intellettuali appartenenti ad un certo cinema di elite. Restate fermi così… Bene. Siete quasi pronti per provare Cremaster. State scoprendo come non separare la cultura popolare da quella elitaria.
Ora provate a ribaltare ogni tipo di convenzione estetica convenzionale e dall’alchimia ottenuta scoprirete un nuovo linguaggio d’avanguardia.

Non ci siete riusciti?

Eccovi spiegato allora l’elemento mancante, il centro teorico della cosmogonia di Barney.

Il regista si concentra sulle alchimie scrotali, sulle oscure meccaniche di un muscolo involontario, il muscolo crimasterico, che agendo sulle contrazioni testicolari (controlla il sollevamento o il rilassamento dei testicoli rispondendo a sollecitazioni esterne come la temperatura o la paura); funziona da interruttore generale del meccanismo riproduttivo e definisce il desiderio in quanto centro vitale di ogni istinto.
[img4]
Il corpo, mostrato nel suo interno di organi palpitanti, tessuti epiteliali e muscoli scoperti, ritrova una scarica di stimoli capaci di provocare desiderio, non morbosità. Fotografato nel suo semplice esercizio fisiologico per la soddisfazione di una pulsione, anche sessuale, il corpo esce dalla banale rappresentazione pornografica.

Ecco le parole del regista:

Non ho fatto altro che reinterpretare a modo mio il processo vitale che, in ognuno di noi, porta necessariamente una trasformazione. Racconto il modo in cui una forma combatte per trovare una propria definizione“.

Un’ossessione per la fisicità che, a suo modo, è molto americana e persino pop:

E’ vero, Cremaster potrebbe essere letto anche come distorsione della mania non più solo americana, ma universale, per il corpo perfetto. Sono stato atleta e modello, e nel mio lavoro d’artista c’è qualcosa che rimane di quell’esperienza: la possibilità di dare una forma al corpo, la fatica, la resistenza portata al limite. Di questo sistema, mi interessa ciò che si nasconde dietro l’apparenza: come la volontà, messa a dura prova, possa produrre effetti anche sui muscoli; come credere con forza in qualcosa possa produrre trasformazioni sul corpo umano“.

Continua…

Non c'è ancora nessun commento.

Lascia un commento!

«

»