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Un capolavoro, ma solo in Francia

Un capolavoro, ma solo in Francia

Leggi sui giornali la trama, e subito noti che c’è qualcosa di strano: da quando Allen rilascia anticipazioni così profonde sui suoi film? Accendi la tv in tarda serata, e vedi il maestro intervistato da un individuo come Costanzo: allora capisci che ci dev’essere qualcosa sotto. Ma non era proprio Woody Allen ad odiare le conferenze stampe, i giornalisti (specie se delle fattezze e dai modi di fare come quelli del signore dei Parioli); le tv, il battage pubblicitario?
A domanda, risposta: Hollywood Ending è stato un fiasco sul mercato americano. Con l’acqua alla gola, anche il 66enne di Manatthan ha dovuto inchinarsi al Grande Circo per tentare di impedire la debacle globale. Basterà? (forse) No.
Perché nonostante un impianto narrativo che più congeniale non poteva essere – vi si ritrovano tutti gli ingredienti del tipico universo alleniano, dall’ex moglie ancora desiderata, al rivale ricco ma ottuso e materialista, la ragazza procace, la grande mela, il jazz e gli innumerevoli riferimenti autobiografici – il regista sembra farsi sfuggire il soggetto di mano proprio nella parte centrale. Invece che sviluppare fino in fondo la critica di Hollywood, il tema viene lasciato a metà; invece che disegnare, come suo solito, personaggi profondi e tridimensionali, essi restano niente più che schizzi a matita.
Come trattenuto, incatenato, Allen non sposa fino in fondo la causa comica, che appariva come strada obbligata in virtù della straordinaria trovata del regista cieco, e tenta di riparare altrove, con risultati assai deludenti. Sfilacciata e a tratti patetica la sequenza con suo figlio (“feccia”); appiccicata con la saliva la figura dello psicanalista. Per contro, luccica di grandezza tutto il dialogo con il rivale-produttore, esilarante esempio di umorismo verbale e visivo che mostra quanto avrebbe potuto guadagnare il film se questo spirito lo avesse permeato interamente.
Pertanto, il 34esimo lungometraggio diretto dal regista newyorkese diventa un’occasione sprecata, un potenziale capolavoro, un grande film malato che con pochi (ma fondamentali) accorgimenti sarebbe diventato un’altra pietra miliare della sua filmografia.
Ma forse il vecchio Woody l’ha fatto apposta. Forse ha volutamente realizzato il film così, sapendo che tanto “in Europa sarà un capolavoro”.

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