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cultura dell'immagine e della parola

Morte di una nazione

Morte di una nazione

Il futuro di Shteyngart è immaginario ma pericolosamente prossimo: non è così difficile, per il lettore, riconoscere gli oggetti che compaiono nelle pagine del libro e riconoscersi nelle situazioni descritte. E difficilmente si può nascondere il fastidio sottile che prova nell’intuire che l’odioso äppärät non è altro che un comunissimo smartphone evoluto (o involuto), che siamo tutti ordinatamente catalogati su Facebook e che la capacità di leggere, cioè di pensare, sta galoppando a tutta velocità sulla strada dell’estinzione: la sotterranea irritazione inoculata dalle parole di S. non è altro che la paura di trovarsi già irrimediabilmente sulla via della disumanizzazione.

Il ritratto dell’uomo che attraversa Storia d’amore vera e supertriste è così solo in apparenza un ritratto futuristico: dietro la metafora di un mondo globalizzato ma ancora stupidamente nazionalista punge una verità supertriste: l’uomo è solo, autofagocitato nel tentativo di preservare dalla vecchiaia i propri tessuti molecolari ma definitivamente morto nei sentimenti e nella capacità di cogliere la bellezza. In sintesi, è un uomo incapace di vivere. Soprattutto è l’uomo che stiamo per diventare. Perché le sue pulsioni, in fondo, non sono così diverse dalle nostre: dimenticare che si muore ogni giorno, godersela con dosi massicce di divertimento e, perché no, allungare la nostra esistenza biologica.

La storia d’amore di Lenny e Eunice è un tentativo maldestro di contrastare il grigiore che si trova all’esterno: come tutte le coppie di ogni luogo ed epoca, anche Lenny e Eunice portano un piccolo lampo di sincera poesia nel mondo asettico in cui sono calati. Lenny, adorabile cervello di tonno, è l’ultimo baluardo dell’umanità – quasi rimanda all’ultimo uomo di orwelliana memoria – destinato alla sconfitta, inadeguato; meglio ancora, sfigato. Nelle pagine dei diari di Lenny e Eunice si intuiscono tutti i drammi quotidiani che accompagnano un uomo nell’età adulta. La scrittura riflessiva di Lenny mette in relazione l’uomo e l’ambiente e si interroga sulla morte; il tono frivolo di Eunice non nasconde le preoccupazioni di una giovane che cerca una posizione sociale e che deve prendersi cura della famiglia. In un mondo che letteralmente si disfa – sia per la crisi internazionale che per i corpi umani – l’unica sopravvivenza restano la capacità di interrogarsi, l’amore, la scrittura (cioè il pensiero). Perché il tempo per leggere, come il tempo per amare, dilata il tempo per vivere.

L’autore
Gary Shteyngart, classe 1972, è nato a Leningrado. Si è trasferito negli USA all’età di 7 anni, dove si è laureato in scienze politiche. Insegna scrittura creativa alla Columbia University. Prima di Storia d’amore vera e supertriste ha pubblicato Il manuale del debuttante russo (Mondadori, 2002) e confermato il suo talento con Absurdistan (Guanda, 2007).

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