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Pillole da Torino – Giorno 6

Una scena di <i>Ghosted</i><br /><br /><br />  Ghosted, di Craig Viveros
Il regista inglese autore del film è un esordiente nel lungometraggio. Questo è un dato estremamente sorprendente perché Ghosted è una pellicola diretta con mano sicura e senza timore.
Sembra proprio che ci sia un esperto dietro la macchina da presa, non un novellino. Il film racconta di una vicenda tragica ambientata in un carcere. Viveros è interessato ai rapporti umani e la caratterizzazione dei suoi personaggi a prima vista può sembrare stereotipata, ma non lo è per nulla. La scelta di chiudere il lavoro nel modo in cui il regista ha deciso di chiuderlo è una scelta rischiosa che non troverà il consenso di tutti (me compreso). Ma il resto della pellicola regala momenti di alto cinema.
Voto: 7,5/10

388 Arletta Avenue, di Randall Cole
È un thriller molto intelligente quello diretto da Cole. Una coppia di sposi inizia a subire dei piccoli scherzi che pian piano dilagheranno. La tensione cresce in modo graduale così come la follia nel personaggio protagonista. La scelta di riprendere il tutto con telecamere nascoste è sicuramente azzeccata e resa ancora più piacevole da un utilizzo saggio del sonoro. L’attenzione non cala mai e soprattutto ci si diverte e si riflette sul fatto che, di questi tempi, la privacy sta diventando sempre più un lusso per pochi.
Voto:7,5/10

50/50, di Jonathan Levine
Un giovane ragazzo scopre di avere un cancro. Dovrà essere operato e non è certo che l’operazione vada a buon fine. L’incipit è tra i più tragici ma il film (almeno negli intenti) gioca molto sulla leggerezza. Levine decanta di aver voluto costruire una commedia lieve, e di attori, con tematiche e situazioni per nulla leggere. In realtà non sembra così. 50/50 si basa su una buona performance attoriale ma è difficile affermare che non voglia far piangere i più. È vero, i momenti divertenti ci sono, ma predominano le sequenza prettamente commerciali, con ralenti, musica alta e barelle ospedaliere per provocare il lacrimone. Sotto sotto non vediamo nulla di nuovo, quasi potremmo dire “tanto fumo e..”.
Voto: 5/10

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