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Un mastodonte in viaggio nel tempo

Un mastodonte in viaggio nel tempo

A due anni dal corrosivo Louise-Michel, la coppia terribile del cinema francese torna in sala con una commedia itinerante che, pur senza raggiungere le vette di anarchia e humour nero del precedente film, si rivela poetica e stravagante. Quando Mammuth, operaio sessantenne goffo e rassegnato va in pensione, si accorge che alcuni datori di lavoro non gli hanno versato i contributi e parte alla ricerca delle scartoffie. Un viaggio nel tempo documentato da una pellicola sgranata, “sporca”, inondata di luce e di colori saturi che nei momenti liberatori va fuori fuoco mentre le inquadrature fisse, mai banali, vibrano con salti d’immagine stile Jean-Luc Godard. L’idea di cinema di Delepine & Kerven predilige la regia, la fotografia e pochi ma significativi dialoghi a scapito della sceneggiatura, per scelta solo abbozzata, che mostra cedimenti di ritmo nella parte centrale della storia.

Corpi pachidermici compressi nelle inquadrature
La passione dei due registi per gli attori obesi e debordanti si materializza nel mastodonte interpretato da un Depardieu capellone che ricorda un capo indiano appesantito dall’alcol e dalla vita nella riserva; ricoperto da improponibili palandrane, l’attore sfrutta tutta la sua fisicità per creare un tenero bambinone trasandato. I corpi umani pachidermici, ripresi di fronte o di spalle, occupano gran parte dell’inquadratura mentre i personaggi più affascinanti, una Mouglalis sbarazzina e una meravigliosa Adjani, sono marchiati da menomazioni e ferite sanguinanti. La sonnolenta provincia francese diventa un palcoscenico dove esseri alienati, forse provenienti da Cinico tv (Ciprì & Maresco, 1992), sono capaci di regalare momenti esilaranti come il pianto collettivo dei clienti che, soli e lontani da casa, consumano un pasto in una desolata trattoria. Un film costruito sul contrasto tra la staticità della condizione umana e lavorativa del protagonista e il dinamismo del viaggio che intraprende; alla fine della strada anche i fantasmi vanno in pensione e Ulisse-Mammuth torna alla vita.

Curiosità
Mammuth è dedicato a Guillame Depardieu, figlio di Gerard, morto a 37 anni nel 2008. Il film era in concorso al 60esimo festival di Berlino. Il titolo deriva dalla moto anni Settanta guidata da Depardieu. Per rendere i colori saturi del Super8 è stata utilizzato una pellicola “Super16 reversibile”. In tutti i film dei registi francesi appare, come statua, Noel Godin, alias Georges le Gloupier, famoso anarco-intellettuale specializzato nel lanciare torte in faccia (a Bill Gates, Bernard Henri-Levy, Jean-Luc Godard, Nicolas Sarkozy…).

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