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cultura dell'immagine e della parola

I film di Roma 2010
Dog Sweat

Sotto il cielo nuvolo di Teheran sei ragazzi “emarginati” socialmente e politicamente, cercano la loro identità in un mondo dominato dalla rigida e anacronistica tradizione religiosa islamica. Piccole storie, più o meno intrecciate tra loro, di femministe, omosessuali, cantanti pop e giovani ribelli intrappolati, arrabbiati e impotenti. Le strade sono inondate di donne in nero e chi trasgredisce è marchiato di rosso fuoco nel velo, nel giubbotto o in un vezzoso rossetto.

Dog Sweat, girato clandestinamente a Teheran prima delle elezioni 2009, alterna sequenze di interni dai colori caldi a riprese rubate in strada dove non mancano immagini di coca cola, whiskey e hot dog giganti, evocative dell’iconografia del “corrotto” Occidente. Alla forza sovversiva del tema, però, non corrisponde una efficace e personale idea di cinema; lo stile ricorda le tipiche fiction tv dei paesi arabi con immagini statiche, passaggi di inquadrature lenti e scontati, tanti primi piani, dialoghi didascalici e senza verve e tempi cinematografici privi di ritmo e intensità.

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