hideout

cultura dell'immagine e della parola

L’Academy è cieca, ma l’Oscar ci vede benissimo

L'Academy è cieca, ma l'Oscar ci vede benissimo

Se vuoi vedere il film con la traduzione italiana, scarica i sottotitoli su ItalianSubs

Chiedendo a muso duro a qualunque critico cinematografico o saccente tale se la “politica” possa influire sul giudizio di un film, è possibile sentirsi rispondere di no. Eppure si tratta di una piccola bugia perché una storia che esalta valori contrari a quelli della morale di chi guarda, non può che essere recepita negativamente. Esistono però le eccezioni. Per esempio il cinema di Milius è profondamente di destra eppure l’epica dei suoi personaggi è coinvolgente e condivisibile. La forza dell’etica comunista di Pasolini non può che essere apprezzata. Ma qui stiamo parlando di grandi nomi. Esiste poi un sottobosco di cinema classico, quello delle commedie familiari che sanno far passare con grazia molti concetti assolutamente tradizionali. Ed è a questo filone che appartiene The Blind Side.

Il film, ancora inedito in Italia, ma sembra ancora per poco, racconta una storia vera. E questo è un elemento da tenere presente per tutto il film. Ci sono poi gli stati del sud dell’Usa i cui stili di vita sono ormai conosciuti anche dalle nostre parti grazie a compendi cinematografici sull’argomento come Non è un paese per vecchi (No Country for Old Men, 2007), Forrest Gump (id., 1994) e Mezzanotte nel giardino del bene e del male (Midnight in the Garden of Good and Evil, 1997). E anche questo è un altro argomento da tenere presente. The Blind Side propone questi temi mescolati insieme alla rivalsa dello sport giovanile e al grande e immancabile sogno americano, ovvero tutti gli ingredienti per una zuppa sentimentale di buoni sentimenti di cui non si sentiva il bisogno. E invece no. Il film incredibilmente risulta gradevole e colpisce il bersaglio della commozione.

Il merito è dei due elementi principali suddetti: la storia vera e l’ambientazione. Fanno il resto un’interpretazione più che notevole dell’intero cast e soprattutto di un’inedita Sandra Bullock bionda (ebbene si, se lo meritava questo benedetto Oscar) e una regia attenta a mantenere un tocco leggero e a non scadere nel sentimentalismo. Succede che gli snodi narrativi siano fin troppo facilitati o che i personaggi abbiano pochi e sporadici dubbi, come se fosse normale che un enorme adolescente senzatetto di colore venga adottato dal una ricca famiglia bianca cattolica. Ma per una volta, nel cinema americano, sembra che le brave famiglie repubblicane iscritte alla NRA (National Rifle Association, l’associazione dei detentori di armi) abbiano un cuore e questo, anche se non ci sembra possibile, in fondo ci rassicura. Succede quindi che questa commedia dei buoni sentimenti di destra colpisca nel segno e commuova quel tanto da lasciare lo spettatore un buon umore contagioso: in fondo anche il Missisippi è un bel posto dove vivere.

Curiosità
Gli allenatori che appaiono nel film e che vanno a conoscere Big Mike non sono attori, ma sono veri allenatori di squadre universitarie di Football, tutti molto noti in America. Il vero Micheal Oher ora gioca nella NFL con i Baltimore Ravens.

Non c'è ancora nessun commento.

Lascia un commento!

«

»