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C’è un pompiere in sala?

C’è un pompiere in sala?

Una trilogia di best seller che ha venduto tantissime copie, più di dieci milioni. Quando la fama di un libro, e solo questa, giustifica un film, che giocoforza non può che essere la pura illustrazione del testo scritto, pur con le inevitabili elissi narrative, cosa bisognerebbe pensare? Appare un’operazione decisamente sterile accapigliarsi sulla rispondenza o meno degli attori rispetto ai personaggi del libro, o alla bravura del regista di rappresentare l’opera letteraria. E’ tempo sprecato citare il pensiero di Bazin, secondo cui gli equilibri di un romanzo dovrebbero essere rotti per ricrearne di nuovi nell’opera cinematografica. Qui siamo di fronte a un puro pendant del libro cult, un film già in partenza sottomesso alla fama del testo adattato. Un’operazione commerciale quindi decisa a tavolino, volta a cannibalizzare la popolarità del celebre autore. Chi ha letto il libro si precipiterà al cinema a vedere il film, apprezzandone la fedeltà, mentre gli spettatori che non l’hanno letto sono un ottimo target di nuovi lettori. Harry Potter docet.

Qualcosa si può salvare di La ragazza che giocava con il fuoco? In fondo sia il libro che il film, che costituiscono un binomio inscindibile, non sono altro che un’attualizzazione della letteratura noir e hard boiled. La classica figura della dark lady, attorno la quale gira tutto, il personaggio ingiustamente accusato di omicidio e la perversione sordida sullo sfondo sono i classici ingredienti di quel tipo di narrativa. L’ultimo di questi offre una visione spietata di un paese, come la Svezia, da sempre considerato il massimo dell’ordine e del benessere. Traffici di schiave del sesso, polizia e magistratura corrotte fin nel midollo, servizi segreti deviati, un quadro decisamente raccapricciante per quell’agiato paese. Che sia verosimile o meno poco importa, non è la denuncia che interessa a Larsson, quanto la costruzione di un romanzo di genere con tutti i crismi.

Ora non rimane che attendere con impazienza il terzo capitolo della trilogia, La regina dei castelli di carta, la cui uscita è prevista per la prossima primavera. Non bisogna aspettare molto e, in fondo, tra il primo film, Uomini che odiano le donne, e questo sono passati solo quattro mesi. Tutto è già stato cantierizzato.

Curiosità
Il nome sulla porta della casa di Lisbeth Salander, “V. Kulla”, è un richiamo a un’altra icona svedese, Pippi Calzelunghe. La sua casa si chiamava infatti “Villa Villekulla”. Che fantasia!

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