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cultura dell'immagine e della parola

Zaini, chewingum
ed energia

Ho visto due spot… diversi, finalmente nuovi e “giovani” nel tono e nel modo di esprimere il prodotto. Lo sfondo è il medesimo: il parkour (“genio e sregolatezza” di uno spettacolare sport urbano che reinventa la città) e le tribù di strada. Quando parlo di “essere-giovane” non parlo di un tentativo di imitare qualcuno o qualcosa: l’atmosfera che si crea in questi video è tanto naturale quanto attuale. Abbiamo di fronte due spot che, in modo lievemente diverso, collocano il prodotto in un mondo che non “è come” quello che i pubblicitari vorrebbero, ma che lo è già in nuce. Ecco quindi qualche breve considerazione su due video che hanno colto un trend, il parkour, attuale e di impatto, utile e innovativo per raccontare e collocare il proprio brand.

Vigorsol Cult
Sulle prime si resta affascinati dalle evoluzioni atletiche dei ragazzi e ci si domanda se e come queste siano possibili secondo la legge della gravità. La percezione non è quella della sfida (“anch’io ce la farei se mi allenassi”), ma semplicemente quella della impossibilità: non aleggia una senso di comparazione perché comparazione non può esserci, siamo di fronte a degli uomini che letteralmente volano. Questo percepito – necessario per non frustrare lo spettatore/consumatore – si crea grazie a una leva uditiva e a una leva visiva: la musica scanzonata, da un lato, e l’aspetto per nulla imbarazzato dell’ultimo ragazzo che non riesce a replicare alcuna acrobazia e incespica anche negli ostacoli più semplici. Chiaro e quasi biblico, arriva il messaggio: ciascuno di noi ha il proprio talento. Colpo di scena: il “Goffo” estrae una pacchetto di gomme Vigorsol Cult e di colpo si rivela un prestigiatore, facendo roteare e lanciare il pacchetto per una durata di tempo davvero “long lasting” (la luce del pomeriggio si trasforma in quella della sera, a richiamare un sapore di menta che non sparisce dopo i primi minuti). Notate come il Goffo diventi di colpo il catalizzatore dell’attenzione di tutti e per lungo tempo. Compra anche tu un pacchetto di Vigorsol Cult e guadagna la tua fetta di celebrità!

Seven Double
Non compaiono figuranti in carne ed ossa, ma un graffito, una silohuette di uomo che si anima. Una citazione nella citazione nel mondo delle tribù urbane (sport estremi+graffiti). Sotto profilo atletico, il parkour è forse meno impattante, ma il contorno, lo scenario è costruito ad arte: si parte da una scritta evocativa (“We meet”), si intravede la tecnologia, dominio dei giovani (non è forse un lettore mp3 quello che compare sui muri?), qualche tag, e infine l’esplicitazione dell’area semantica del prodotto, la scritta “street” sulla parete: compare lo zaino Seven e, fino al momento dell’inquadratura in cui resta un disegno sul muro, lo stesso muro ci parla chiaro citando in modo diretto lo “street style”. E’ un video circolare, lo start e il punto di arrivo sono i medesimi: lo zaino double. Anche in questo caso la musica aiuta, nel piacevole reincontro [img4](per chi, tra i meno giovani, si ricorda il brano del 2004 dei Dresden Dolls), e nel testo ironico, dove ci si riferisce a un uomo-automa, azionato da una moneta che, appena introdotto il gettone, si anima. E’ la metafora dello zaino, che da disegno acquista spessore 3D e diventa quindi colorato, anzi “due volte colorato” perché reversibile. †Infine, all’orecchio più anglofilo non può sfuggire l’ultimo verso: “made of plastic and elastic / he is rugged and long-lasting…”: “rugged” resistente, ma anche “long lasting” che dura a lungo. “Play your Seven”, quindi, e, come suggerisce appunto il claim, “gioca” con questo zaino, cambiagli calore, strapazzalo: non si romperà e non stancherà di piacerti, perché è giovane, come te.

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