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cultura dell'immagine e della parola

Nascondiglio al Lido
Diario, 9° giorno

La tanto contestata conferenza stampa del film di Michele PlacidoCon la Mostra ormai giunta alla conclusione, in attesa del verdetto finale della giuria (personalmente sarei indeciso se premiare Solondz o Maoz), ci si trova a riflettere su altri argomenti che non siano i film. In particolare oggi mi sono posto qualche domanda sulle conferenze stampa. Senza dubbio, le due di cui si è parlato di più sono state quelle del film con Clooney (nella quale un inviato delle Iene si è spogliato) e di quello di Placido (nella quale il regista si è infuriato con una giornalista spagnola per una domanda su Berlusconi). Insomma, niente a che fare con il film che doveva essere al centro delle domande.

Le conferenze stampa, che servono fondamentalmente ai quotidiani per far uscire un pezzo un po’ colorato il giorno dopo, sono il regno della confusione: il fatto che chiunque possa fare una domanda, se da un lato è positivo, dall’altro finisce per far perdere la logica dell’intervista, con domande spesso ripetitive, poco sensate o per niente legate al film. A Cannes, ad esempio, prima di una conferenza sempre con Clooney, prevedendo il pienone di giornalisti gossippari, è stato fatto firmare a tutti un documento che imponeva di porre domande solo riguardanti il film in questione. Forse qualche volta, per garantire un minimo di qualità, può essere corretto limitare la libertà dei giornalisti. Altrimenti, anche il prossimo anno, ci ritroveremo a chiederci se George è gay o se Elisabetta vada con lui solo per far carriera.

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