Festival di Locarno ’09
Diario, 7 agosto
Archiviata la prima giornata, tra feste, concerti, commedie e drammi, almeno cinematografici, il 62° Festival del Film di Locarno entra nel vivo e inizia a fare sul serio. In una gironata caldissima, in cui il cinema diventa anche refrigerio, eri in concorso sono stati presentati il sudafricano Shirley Adams dell’esordiente Oliver Hermaus e Wakaranai del giapponese Masahiro Kobayashi, vecchia amicizia del Festival, avendolo vinto nel 2007 con Ai no yokan. Il primo film racconta le gesta di una madre, il secondo quelle di un figlio. Nel primo si vuole indagare i rapporti tra povertà e violenza in una Città del Capo straziata ancora dalle violenze razziali, nel secondo si segue il destino di un adolescente in un Giappone disgregato e dove gli individui si sentono sempre più isolati.
Niente da ridere nemmmeno in Piazza Grande dove è stato proiettato Unter Bauern – Retter in der nacht del tedesco Ludi Boeken. Una storia di resistenza nella Germania straziata dalla Seconda Guerra Mondiale, dove una famiglia tedesca, fortemente schierata a favore di Hitler, decide di salvare ed aiutare una famiglia ebrea. La dichiarazione di intenti del regista è chiara: solo 455 tedeschi hanno aiutato ebrei tedeschi a sfuggire dalla deportazione, ma chi salva un’anima salva il mondo intero. Il film, non totalmente riuscito, ma sicuramente carico di grande umanità, è stato accompagnato dall’intero cast, nonché Marga Spiegel, all’autrice del libro autobiografico da cui è stato tratto il film, nonchè dalla sua amica e salvatrice di allora. Due anziane signore insospettabili, oggi, ma che 60 fa hanno fatto la storia e che ieri sera hanno ricevuto un calore indescrivibile dal pubblico della Piazza Grande.
Molto interessanti le proposte della sezione Cineasti del Presente. L’argentino Castro di Alejo Moguillansky convince per la capacità del regista di giocare con la macchina da presa, ma spiazza per una trama che inesistente. In realtà si voleva esplorare un paese alla deriva economica dove solo correndo si trova la salvezza, forse, ma il ritmo è troppo altalenante e il film risulta alla fine poco incisivo. E dal rapporto tra l’uomo e la città si passa a quello tra l’uomo e la natura nello svedese The Anchorage, ambientato nei boschi, quasi a richiamare una dimensione di fiaba.
Oggi invece si inizia parlare italiano: Tony Servillo riceverà l’Excellence Award questa sera, mentre Francesco Gatti e Daniela Persico presenteranno i propri film nella sezione Ici & Ailleurs. In bocca al lupo!
A cura di Sara Sagrati
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